Era
raggomitolato su un divano verde, il troppo pianto aveva lasciato spazio al
sonno.
Al
sogno, al riposo, al vuoto.
Era come
un gatto che aveva preso tanta pioggia: quella che unisce cielo e terra come
profonde lacrime di Dio.
“Dio aggiunge, accresce”, significa
questo il nome di quel bimbo.
Accresceva,
di giorno in giorno, la forza di essere al mondo estirpando i suoi
riflessi.
Sì, perché il bimbo si guardava allo specchio e si scopriva ogni giorno più
simile a suo nonno.
Lo stesso
mento, lo stesso naso, la stessa altezza, la stessa capacità oratoria ed ora
restava solo l’ombra di un ricordo.
I racconti della guerra, quelli della famiglia, del lavoro, degli sforzi, che
avevano visto il crescere, tra le nodose mani.
D’un tratto si trovò dinanzi ad una grande porta. Un cancello dorato di lucenti
fregi e dietro: banchetti e profumo di dolci.
Era
aperto e vi entrò.
Mormorii di festa e lievi risate da paradiso e candida spensieratezza.
Sapeva
di non trovarlo tra loro.
Il più grande dono che aveva lasciato nel suo cuore era la pacatezza dei
sentimenti, del modo di essere, la compostezza dei movimenti. Era in un angolo,
con un amico a proferir parole.
“Che ci fate voi due qui, insieme?”
“Sai
com’è piccolo bimbo nostro, quando si è soli e tutto ciò che si ama è sulla
terra, ci si aspetta. E tutto quello che c’è da fare è raccontare quanto si è
amato. In fondo, aspettavamo te“.
Una nuvola si fece sedia e il bimbo si accomodò.
“Mi sento tanto solo” disse tra le
lacrime.
“Vedi, siamo qui e siamo ovunque. Siamo
fievole vento e dolce respiro. Ogni volta che penserai a noi e ti sentirai solo
ti basterà respirare e saremo dentro i battiti del tuo cuore“.
Aprì di colpo gli occhi.
Era
tutto fermo, immobile. Era notte fonda e tutti dormivano.
Si
infilò le scarpe e sgattaiolò fuori da quella porticina marrone.
Il lungo
corridoio e giù per le scale, corse fino a perdere il fiato.
Sentì il
cuore in gola e l’irrimediabile voglia di spalancare le braccia al sole e
abbracciare il mondo.
Il vento, cosi, lo pervase.
Una farfalla
dalle ali variopinte si fermò colorando quel mattino grigio di memoria, gocce
di poesia che grondavano dal suo volto stanco.
A
colui che accresce ogni giorno il mio desiderio di vita, amore e sogni.