Oggi giorno Bitonto è da considerarsi una terra d’immigrazione ed emigrazione.
Le nuove generazioni mostrano sempre più un desiderio di evasione dovuto non solo alla poca disponibilità di lavoro, ma anche alla voglia di cambiare aria, fare nuove esperienze, vivere lontano da casa.
Alcuni bitontini, invece, sono stati costretti ad emigrare: le vicissitudini hanno imposto loro di intraprendere viaggi spiacevoli al fine di garantire alle proprie famiglie un piatto sulla tavola. Esempio di ciò è Giuseppe Cotugno, un bitontino trasferitosi in Svizzera sei anni fa. Da allora lavora come muratore nella città di Alpnach, nel cantone Lucerna. Ha dovuto fare i conti con una nuova lingua, una diversa mentalità, differenti ritmi e la voglia di vivere con la propria famiglia. I primi due anni sono stati davvero duri: non aveva la possibilità di tornare a Bitonto e la gente che incontrava non sempre si mostrava ospitale:
“In Svizzera tu non sei una persona, sei un numero. Appena commetti un errore, sei fuori. Senza esitazioni. Non importa nulla a nessuno della tua condizione, della tua storia, del tuo futuro”.
Oramai Giuseppe ha fatto l’abitudine a questo stile di vita, ammette però di sentire la mancanza della sua terra.
“Mi mancano i miei affetti, il sole, il mare. Mi manca tutto della mia città. Vorrei tornarci, ma so di non potere per il momento. Forse mi trasferirò dopo la pensione, quando saprò che la mia famiglia starà bene”.
Il concittadino continua comunque a tenersi informato su ciò che accade a Bitonto: “Spesso mi aggiorno su ciò che avviene in città. Sono contento dell’amministrazione bitontina: stanno promuovendo diverse iniziative soprattutto nel centro storico, utili non solo per divertire e intrattenere la gente, bensì anche per far riscoprire la bellezza della nostra città. Bitonto ha dei monumenti storici magnifici ed è giusto che vengano valorizzati. Mi rammarica molto leggere circa la tanta criminalità che da tempo abita la città, mi auguro davvero che un giorno le cose possano andare meglio”.
Giuseppe non apprezza molto la concezione dei bitontini, crede che ci sia troppa inciviltà dalle nostre parti, nonostante questo egli ammette di essere fiero di appartenere a questa terra: “Sono orgoglioso di essere bitontino. La mia è una città bellissima, ricca di storia e di vita. La gente si mostra calorosa, sempre disponibile, cordiale“.
Così come Giuseppe, sicuramente tanti bitontini emigrati in Italia e all’estero, sarebbero contenti di tornare a casa se solo Bitonto offrisse le risorse opportune affinchè i cittadini possano vivere degnamente. M. Yourcenar diceva ‘sembra esserci nell’uomo un bisogno di migrazione, una necessità vitale di sentirsi altrove’ e oggi più che mai potremmo aggiungere che questa necessità è dovuta ad un mondo che favoreggia i pochi, dimenticando gli altri.