“Ora senta un po’ che bizzarria mi viene in mente! Se, nel momento culminante, proprio quando la marionetta che rappresenta Oreste è per vendicare la morte del padre, sopra Egisto e la madre, si facesse uno strappo nel cielo di carta del teatrino, che avverrebbe? Dica lei”.
“Non saprei”, – risposi, stringendomi nelle spalle.
“Ma è facilissimo, signor Meis! Oreste rimarrebbe terribilmente sconcertato da quel buco nel cielo”.
“E perché?”
“Mi lasci dire. Oreste sentirebbe ancora gl’impulsi della vendetta, vorrebbe seguirli con smaniosa passione, ma gli occhi, sul punto, gli andrebbero lì, a quello strappo, donde ora ogni sorta di mali influssi si penetrerebbero nella scena, e si sentirebbe cader le braccia. Oreste, insomma, diventerebbe Amleto. Tutta la differenza, signor Meis, fra la tragedia antica e moderna consiste in ciò, creda pure: in un buco nel cielo di carta”. (da “Il fu Mattia Pascal”)
È morto Sergio Marchionne.
Notizia attesa, eppure, pungente che mi apre il cuore e la mente a pensieri, che poco si conciliano con mare, sabbia, ombrelloni e bibite fresche…
Nel cielo di molti, moltissimi, si è aperta una lacerazione e, adesso, bisognerà farci i conti….
Il cielo in cui l’ anima resiliente di Sergio Marchionne aveva proiettato la sua possibilità di salvezza e di celere ripresa, con la rassicurazione “Torno presto”, consegnata ai suoi fedelissimi, le sue aspettative, le cose per cui, ancora, si sarebbe giocato la vita, giacciono spalmate su un cielo di carta e giocano a nascondino con lo strappo che è comparso proprio su quel celeste…
In quel buco, adesso, si tuffano e poi ne riemergono, mai uguali a se stesse, relazioni, situazioni, pratiche in sospeso, scelte importanti e tanto altro ancora, mentre Marchionne, chissà da quanto, lottava con tenera e disarmante tenacia per agire ancora il tempo della progettualità.
In quello strappo, molti sono chiamati a fare lunghe passeggiate, proprio adesso…
Andandosene in un giorno ventoso di luglio, Marchionne lascia andare il suo mondo alla lacerazione, perché quel buco nel cielo di carta non risparmia nessuno…
Nella umana frangibilità, quello strappo fa paura, eppure, ci restituisce la dimensione della umana instabilità, quasi, sollevandoci dal peso del “teatrinosempreperfetto”.
Ha colpito molto anche la grandine di cattiverie gratuite e indignazioni varie, alcune pure sacrosante, per carità, sull’operato del manager, ma anche tutto questo faceva parte della macchina scenica.
In quel buco nel cielo di carta, infatti, ci stiamo tutti e collocare alcuni solo sul cielo ed altri solo nel buio è una distorsione puerile e velenosissima.
Compagni di viaggio tra cielo e buco nel cielo di carta: ecco come percepisco, in questo momento, la mia umanità e quella di chi questa “terra degli uomini” la abita.
È cielo ed è strappo in quel cielo la nostra Vita.
Marchionne ha volato e fatto volare in quel cielo…
Adesso, uno strappo cambia le prospettive e ci induce a prendere consapevolezza dei nostri cieli e degli imprevedibili strappi da mettere in conto.
Buon cielo nuovo, Sergio!
E chissà che da lì gli strappi abbiano un sapore meno amaro…
Milena Lanzellotto