Il 2019 è l’anno di Matera. Sabato scorso la città lucana ha inaugurato il suo anno da protagonista nel ruolo di capitale europea della cultura 2019. Ha festeggiato in grande stile l’avvio di quello che sarà un anno pieno di eventi, iniziative che attireranno nella città dei sassi migliaia di turisti. A celebrare il grande giorno sono arrivati anche Gigi Proietti, Skin, la bellissima voce degli Skunk Anansie e 131 bande provenienti da tutte le città lucane e dalle città europee che negli anni passati si sono fregiate del titolo di capitale della cultura.
Per tutta la giornata di sabato 19 gennaio, in tanti si sono riversati per celebrare il grande anno, che sta portando Matera, da essere città poverissima, terra di contadini poveri, non meritevole neanche di avere una ferrovia nazionale, ad essere simbolo di bellezza, di storia. Ad essere, in definitiva, la vetrina della cultura dell’Europa intera.
Un titolo che la città merita tutto. Immersa in un paesaggio unico, quale è quello della Basilicata, Matera è bellissima ed è uno scrigno di storia, non solo materana e lucana, ma di tutto il Sud e di tutta l’Italia. La storia di quella civiltà contadina da cui proveniamo tutti. Rappresenta la storia di un paese per anni rimasto indietro, dopo il frettoloso passaggio all’economia industriale.
Matera è anche testimone della storia dell’uomo, di quando nelle grotte scavate nel suo agro, le prime civiltà si insediarono, forgiandone nei secoli l’identità.
Ma tutto questo giubilo non sia fine a sé stesso. Se tutto questo entusiasmo dovesse esaurirsi la notte del 31 dicembre 2019, tutto sarà stato un fallimento. Da questa esperienza Matera dovrà ripartire. Più che una festa questa sia un’occasione di rilancio di un territorio purtroppo lasciato indietro dalle trasformazioni economiche dell’Italia e dell’Europa intera.
Non solo. Sarà un fallimento anche se tutto questo entusiasmo dovesse essere rinchiuso nei confini amministrativi del capoluogo. L’anno da capitale della cultura sia una spinta non solo per Matera, ma anche per la Lucania intera, regione bellissima ma spesso snobbata, dimenticata, nonostante i suoi paesaggi unici. Viaggiando tra le strade lucane si osservano cose che in nessun altro posto si vedrebbero. Dall’imponenza delle Dolomiti Lucane ai calanchi, profondi canyon, con aride dune bianche e pinnacoli naturali che hanno ispirato poeti, pittori e registi che li hanno scelti per la loro unicità e bellezza, agli insediamenti rupestri sparsi attorno a quelle gravine dove un tempo scorreva acqua. Dai paesini fantasma, abbandonati in seguito a terremoti o sfaldamenti naturali del terreno, ai borghi storici dove regna tranquillità. Anche viaggiando nel più ignoto paesino può capitare di essere affascinati dalla semplice bellezza che lì vi risiede, dalla storia, talvolta narrata non solo da musei, che pure non mancano e sono molto interessanti, dai suoi castelli, dalle rocche difensive costruite sulle alture, ma anche da disegni realizzate sulle facciate di anonimi palazzi dei centri storici.
La Lucania è terra di antichissime tradizioni culinarie. È terra che è stata protagonista di episodi importanti della storia italiana. Fu luogo di lotte negli anni successivi all’unificazione della penisola italiana sotto un unico stato. Lotte che ben si inseriscono nell’identità agricola del territorio.
Dunque, sia l’intero territorio ad essere protagonista insieme a Matera. Approfitti dell’occasione per mostrarsi, affinché il 2019, più che della cultura, non sia l’anno di un turismo disinteressato, orientato solo all’apparire su post sui social. Matera sia la locomotiva di uno sviluppo per la Lucania (in primis), per la Puglia e per tutto il Sud Italia.