Luigi Pirandello. Un genio del ‘900. I suoi testi sono sempre ricchi
di tagliente pathos. Nel “La
ragione degli altri” racconta un’avventura della sua interiorità, analizza,
non questioni morali, ma solo le reazioni dei personaggi dinanzi ai fatti,
inchiodati ad una apparenza di vita fatta solo di silenzio.
Si parte da una situazione di
adulterio, quello più vecchio del mondo, lui, lei e l’altra. Leonardo, stretto
nella morsa della sua stessa vita, che non riesce a completarsi con sua moglie,Livia, donna benestante che non può avere figli e vive nel silenzio, ed Elena,
la fiaccola – anzi, sua vecchia fiamma – che lo rende padre di Dina, il “frutto della colpa”.
Tutto è noto ma, viene
palesato al pubblico, sconvolgendo il silenzioso equilibrio stabilito in
famiglia, attraverso l’arrivo in casa della coppia di Guglielmo, padre
di Livia, che non sopporta la condizione di inferiorità a cui è stata posta sua
figlia dal marito, inutile scrittore e giornalista.
L’uomo vorrebbe costringere
il genero a rinunciare all’amante, inutilmente: la scelta, però, non è più tra
l’algida convivenza con sua moglie e la sua amante ma, come la stessa Lidia
dice, tra la figlia e la moglie – per cui prova ancora qualcosa – perché “dove si vedono i figli, lì si vede la casa”.
“La Ragione degli altri”
spalanca le porte alla tematica dell’annullamento del proprio essere per la
felicità degli altri, una felicità che poi si dimostra sterile e vuota, fine a
se stessa.
Livia, prova solo una stanca
rassegnazione fatta nell’ascoltare sempre la ragione degli altri e mai la
propria.
In realtà, l’unica ragione
che non sarà ascoltata è quella di Elena a cui sarà portata via la bambina.
Questa avrà sì un futuro, un nome e la sicurezza economica come la società
borghese vuole, ma che vivrà in un nucleo familiare devastato all’origine fatto
di una coppia, quella di Livia e Leonardo.
Il dramma del ribrezzo della
moglie nei confronti del marito verso cui s’attua una vendetta feroce, quale
quella dell’accoglienza dell’uomo traditore, carico di odio, è stato soltanto
sfiorato nella rappresentazione domenicale portata in scena da Renato Raimo,
che ha vestito i panni di Leonardo.
Buona la recitazione di Anna Paola
Evangelista, di 11 anni, alla quale
Raimo ha affidato il delicato ruolo di Dina, Eleonora Zacchi è Livia, nelle vesti della moglie di Leonardo, Prunella Meschini è Elena, l’amante e Riccardo De Francesca è Guglielmo il
padre di Livia.
La
letteratura, la filosofia pirandelliana, nel quadro di una sfiducia di valori
borghesi, in una visione di un mondo dominato da relazioni, leggi formali e
convenzioni illusorie – che Pirandello scardina con la sua logica
demistificatoria – non può essere tagliata
come un colabrodo e ridotta ad una manfrina da soap fatta di corna e figli
illegittimi.