Ci
risiamo.
Dopo
un altro anno. Tutta “colpa” di una promessa non mantenuta.
O
meglio – il che è ancora peggio – una iniziativa avviata e poi abbandonata.
Il
Consiglio comunale a Mariotto e nelle frazioni.
Una
delle idee più
rivoluzionarie e suggestive dell’attuale inquilino di Palazzo
Gentile, anche perché mai riuscita in passato a nessuno.
Questa
storia che, forse a questo punto, profuma soltanto di campagna elettorale ha un inizio
preciso: 13 maggio 2012.
Quel
dì, il candidato sindaco Michele Abbaticchio, fresco di vittoria al
primo turno elettorale, è protagonista di un comizio a Mariotto, dove non aveva nessun candidato nelle sue liste e perciò non aveva
mietuto granché.
Dalla
centralissima piazza Roma lancia una frase che rimbomba: «Il
secondo Consiglio comunale si terrà qui. Pratica
che si ripeterà una volta ogni sei mesi».
Applausi.
La promessa e gli impegni sono belli forti, come mai nessuno aveva
fatto.
Otto
giorni dopo, l’ex dirigente diventa sindaco e tutti si chiedono se
passerà dalle parole ai fatti.
Sì,
il passaggio avviene, perché il 23 luglio 2012 – esattamente 36
mesi fa – la seconda assise comunale si svolge a Villa Jannuzzi.
Non dura molto, ma è importante perché dà il via libera alla
realizzazione del Park&Ride in via Angelo Messeni.
Prima
parte di promessa mantenuta. Il problema, però, è che manca il
resto perché da quel 23 luglio non c’è più stato alcun Consiglio
comunale né a Mariotto né a Palombaio.
Nessuno,
ovviamente, sa il motivo, e dal Palazzo tutto tace nonostante questa
testata abbia chiesto già due volte lumi sulla questione
(http://www.dabitonto.com/politica/r/dopo-un-anno-nessun-consiglio-comunale-nelle-frazioni-palombaio-e-mariotto-aspettano/971.htm;http://www.dabitonto.com/politica/r/consiglio-comunale-a-mariotto-questo-sconosciuto-o-meglio-questa-promessa-mancata/3806.htm).
Certamente
non si tratta di dimenticanza, non ammissibile dopo tre anni.
È
stato – diciamolo chiaramente – un annuncio che tanto ricorda la
vecchia politica, quella fatta di slogan che spesso vanno a vuoto ma
che serve a finire sui giornali.
Una
promessa non mantenuta. Questo è.
Certo
– è bene chiarirlo e sottolinearlo – c’è un rapporto
inversamente proporzionale tra azioni amministrative e presenza
fisica/istituzionale amministrativa, perché in tre anni non sono
mancati interventi per le frazioni, ma un’assise comunale è anche
quel segno di diversità che doveva contraddistinguere questa
amministrazione.
Cosa
fare, allora? AspettiAMO.