Le elezioni politiche del 1983. Elezioni particolari per la storia italiana. Dal risultato delle urne, infatti, e dal parlamento che venne fuori, fu nominato il primo presidente del Consiglio socialista: Bettino Craxi, la cui figura l’abbiamo analizzata nel precedente appuntamento di questa rubrica.
Si tennero domenica 26 e lunedì 27 giugno e, a Bitonto, ebbero anche un’altra particolarità, rispetto alle precedenti. Furono le prime raccontate dal “da Bitonto”, che aveva avviato la propria attività solamente due mesi prima e che riportò risultati elettorali e riflessioni e diede spazio alle pubblicità elettorali di personaggi politici come i democristiani Antonio Laforgia, Antonio Matarrese, Cesare Dall’Olio, Nicola De Bartolomeo, Vito Lattanzio, Giuseppe Degennaro, Enzo Sorice, Renato Dell’Andro, Nicola Vernola; i liberali Antonio Cardone, Tommaso Francavilla e Saverio Melillo; il socialdemocratico Michele Di Giesi.
Le consultazioni, ovviamente, videro ancora una volta, la Democrazia Cristiana ottenere più suffragi, rispetto al Partito Comunista Italiano. Ma, comunque, rispetto alle precedenti elezioni politiche, lo scudo crociato perse molti consensi, tanto che la differenza tra i due storici rivali si assottigliò tantissimo è arrivò, per la prima volta, soli tre punti percentuali. Poco più di un milione di voti. Alla Camera la Dc scese al 32,93%, quasi raggiungendo il 29,89% del Pci. Al Senato la differenza fu, addirittura minore: il 32,41% democristiano contro il 30,81% comunista.
La coalizione governativa detta “pentapartito” e formata da Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Repubblicano, Partito Socialdemocratico e Partito Liberale, ovviamente, continuò ad ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Ma questo avvenne perché, parallelamente all’indebolimento della Dc, si rafforzarono gli altri partiti. Specialmente il Psi che arrivò all’11,44% alla Camera e all’11,39% al Senato.
Aumentò i propri sostegni anche il Movimento Sociale Italiano, che ritornò a crescere e ottenne il 6,81% alla Camera e il 7,35% al Senato. Il secondo miglior risultato della sua storia, dopo il grande successo del 1972.
Reduci da una fortunata stagione, che li aveva visti vincenti protagonisti delle campagne referendarie (a parte il ‘78), i radicali, invece, ebbero una drastica diminuzione dei consensi, passando, alla Camera, dal 3.45% del ’79, al 2.19% (al Senato, invece, un lieve aumento dall’1,32 all’1,76%).
A Bitonto, ad aprire la campagna elettorale, fu l’onorevole Vito Lattanzio, che, il 26 maggio, presentò in piazza Moro il candidato al Senato Cesare Dall’Olio. Sempre la Democrazia Cristiana, il 9 giugno, organizzò un convegno sull’agricoltura alla presenza dello stesso candidato Dall’Olio, che intervenne per denunciare i problemi del settore agricolo del Sud Italia, il gap industriale con la parte settentrionale della penisola e l’inflazione, con i suoi gravi effetti per l’economia del Sud. A sostegno della propria candidatura alla Camera, intervenne anche Giuseppe Degennaro.
Alla Sala Ariston, invece, il Psi organizzò, il 1° giugno, un grande evento con la presenza di Rino Formica, capolista alla Camera (Bari – Foggia), il candidato al Senato Gaetano Scamarcio e quello alla Camera Claudio Lenoci. Ospite d’eccezione, il noto attore e conduttore Walter Chiari.
Per il Pri, intervenne il senatore Michele Cifarelli, capolista nella circoscrizione di Bari – Foggia.
A Bitonto fu il Pci ad avere più voti, aumentando i consensi e superando la Dc. Al Senato ebbe il 28,34%, mentre alla Camera il 27,84%. I democristiani si fermarono, rispettivamente, al 24,81% (perdendo 7 punti percentuali rispetto alle precedenti politiche) e al 26,21% (-10.69%).
Il Psi perse lievemente consensi al Senato (0,79%) fermandosi al 22,01%, ma ne aumentò alla Camera, arrivando al 21,11% (+3,71%). I risultati del Psdi furono migliori della precedente tornata elettorale nazionale, in quanto ottenne al Senato il 5,23% (+1,93%) e alla Camera il 6,41% (+2,91%).
Forse per effetto della candidatura del giornalista Antonio Cardone, il Pli salì, se pur di pochissimi suffragi, arrivando all’1,59 e allo 0,95%. Un risultato che, comunque, era lontanissimo dall’essere sufficiente per l’elezione al Senato.
Aumentò i propri voti anche il Msi, ottenendo 5 punti percentuali in entrambi ii rami del Parlamento e ottenendo il 14,01% al Senato e il 12,58% alla Camera. Andò peggio per il Pri, che arretrò.
Nel collegio senatoriale cittadino, tra gli eletti, furono eletti Gaetano Scamarcio (Psi), che era sottosegretario alla Giustizia e che si candidò per l’ultima volta.
«La sua carriera parlamentare si era interrotta nel 1987, quando dovette cedere il collegio di Bitonto al capo della segreteria politica di Craxi, Gennaro Acquaviva. Come risarcimento gli fu promessa la presidenza della Fime, la finanziaria meridionale allora guidata da Sandro Petriccione. Ma il disegno non andò in porto» scrisse sul Corriere della Sera, in un articolo del 2005, il celebre giornalista piemontese Sergio Rizzo, autore insieme a Gian Antonio Stella, del libro “La Casta”. Di quella candidatura, rimane ancora traccia su via Rogadeo: un vecchio santino elettorale, rovinato dal tempo, ma non troppo, ancora affisso su una porta di vecchio locale abbandonato accanto all’ingresso della Galleria De Vanna.
Oltre a Scamarcio, nel collegio bitontino, il Msi elesse Gioacchino Giangregorio.
Alla Camera, nelle diverse circoscrizioni, furono eletti, per la Dc, Giuseppe Degennaro e, ancora una volta, Arcangelo Lobianco.
Con la fine dell’ottava legislatura uscì di scena, invece, il più volte deputato democristiano Italo Giulio Caiati, unico bitontino ad essere stato prima padre costituente e poi ministro agli Interventi Straordinari per il Mezzogiorno e ai Problemi della Gioventù.