La nostra agricoltura – cuore dell’economia bitontina – è dinanzi ad un bivio cruciale.
Da un lato, l’imprescindibile rispetto delle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro, la campagna, dall’altro, la necessità di controlli ispettivi che non siano una spada di Damocle penzolante minacciosa sul capo dei nostri contadini.
Interessante incontro a tal proposito, ieri pomeriggio, a Palazzo di Città, organizzato dall’assessore alle politiche agricole Mimmo Incantalupo.
Che ha illustrato le ragioni del convegno: “Abbiamo la necessità di comprendere meglio la nuova legge e la relativa applicazione per capirci meglio tra noi”.
A far intendere ai presenti – non molto numerosi gli addetti ai lavori, purtroppo – che quei casi, che un tempo venivano rubricati come tragiche fatalità, sono in realtà incidenti di lavoro gravi, che possono portare conseguenze irreparabili, hanno provveduto le due relazioni tecniche del dott. Giorgio Di Leone, direttore del Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro (Spesal) per l’Area nord della Asl Bari (Analisi fenomeno infortunistico in agricoltura e Piano della prevenzione nella Regione Puglia) e della dott. agr. Nicoletta Malcangi, tecnico della prevenzione Spesal dell’Asl Bari(Decreto Legislativo n. 81/08 adempimenti e documentazione obbligatoria nelle aziende agricole).
Insomma, è bene che tutta la documentazione fondamentale per rispettare la legge non sia solo un cumulo di carte da presentare agli ispettori, un piccolo vademecum da rispettare ogni giorno nelle aziende come nei campi.
E lavoratori, secondo le normative vigenti, sono considerati tutti, anche i famigliari più stretti e coloro che non hanno un contratto. Per loro è stato adottato il sistema dei vaucher, che dovrebbe semplificare le operazioni. Inoltre, creare un consorzio fra le imprese del territorio faciliterebbe ulteriormente il tutto.
Sempre colmo di passione (e di utopico trasporto, visto che ha condotto in sala pure alcuni suoi alunni) l’intervento del consigliere comunale Franco Mundo, che, forte pure di esperienze personali, ha suggerito la saggia strada della mediazione fra esigenze normative e buonsenso perfino rispettoso di secolari tradizioni.
“Non è possibile pretendere un bagno chimico in un fondo. Eppoi, che si coordinino gli organi ispettivi, non si lavora serenamente con la paura addosso“.
Al termine del convegno, resta la frase piena d’orgoglio di un anziano agricoltore: “Viu soit la teori, niu sim la pratc d tutt r doi“.
Già, e adesso come la mettiamo?