La già sede storica del Partito comunista, dei Democratici di sinistra e ora la casa del Partito democratico? A un altro locatario.
Lo hanno stabilito da Palazzo Gentile, che chiama a raccolta tutti coloro che siano interessati all’immobile (ovviamente di proprietà comunale) situato al civico 23 di corso Vittorio Emanuele, attraverso un’apposita procedura a evidenza pubblica.
La motivazione? “Riqualificazione edilizia e funzionale”, si legge nella determina della Posizione apicale del servizio Patrimonio e Pubblica Istruzione del Comune.
Questa decisione, in realtà, è soltanto l’ultima puntata di una storia – anzi, sarebbe meglio chiamarla telenovela – dell’addio dei democratici dalla propria dimora.
Vicenda che affonda le radici dieci anni fa, allorchè l’allora amministrazione di centrodestra aveva deciso di sfrattare i democratici al termine naturale del primo contratto di affitto, a fine luglio 2011. E, trasformarla, addirittura, in un “manufatto di rilevante valore economico e di grande interesse storico-culturale che si valorizzerà attraverso diversa destinazione”. Per motivi mai chiariti, però, alla precisa volontà politica non sono mai seguiti i fatti, e nulla è andato a intaccare lo status quo.
La questione torna a galla sempre in estate, a luglio, ma nel 2017, perché il Partito democratico doveva (davvero) lasciare l’immobile in questione, con il contratto di affitto non più rinnovabile. Tanto più che anche questa volta c’era la destinazione d’uso: “mettere a disposizione del territorio e della fascia più giovane della popolazione urbana una struttura che divenga luogo concreto e vitale di espressione artistica multiforme in cui manifestare le vocazioni creative di ciascuno soprattutto attraverso il confronto e la socializzazione” (clicca qui per articolo https://bit.ly/2u9zYDN).
Quello che è successo, però, lo sanno tutti. Questa volta, però, le cose potrebbero davvero cambiare con questa nuova decisione.
“È intendimento – si legge nella determina – di quest’amministrazione comunale concedere il predetto immobile in locazione a soggetti privati, a titolo oneroso, con procedura ad evidenza pubblica, ai fini anche della riqualificazione edilizia e funzionale”. Ci sarebbe anche il come: “Porre a base d’asta il canone annuo di € 14.040,00 (€ 1.170,00 mensili), corrispondente a quello attuale di mercato”.
La durata del contratto sarà di sei anni e si intende rinnovato per ulteriori sei salvo. Resta da capire, adesso, chi si farà concretamente avanti per rilevare il centralissimo immobile, e come decideranno di muoversi dal Partito democratico.