Da tempo, ma forse sarebbe più giusto dire da sempre, tra le numerose “qualità” che vengono attribuite ai bitontini la più
ricorrente si chiama: inciviltà.
Non c’è situazione critica, comportamento
discutibile o atto sconveniente che non veda qualcuno sempre pronto a
rinfacciarci il nostro essere: incivili.
Lo hanno fatto, ma continuano a farlo: amministratori
pubblici, rappresentanti delle forze dell’ordine, dei partiti, delle
associazioni, dei vari enti e di chi più ne ha più ne metta.
Non che i
cittadini di Bitonto, quanto a senso civico e ad amor patrio, siano un esempio
da imitare, ma, a ben pensarci, qualche dubbio, sulla veridicità dell’accusa e
sulla obiettività dei suoi propugnatori più accaniti, non sarebbe sbagliato
avanzarlo.
Se calcolassimo, ad esempio, il numero dei tanti che negli anni ci
hanno definiti incivili e che, in forza di non si sa bene quale logica,
ovviamente si ritengono civili, e aggiungessimo a questi coloro che civili lo
sono per davvero, c’è il rischio di scoprire che gli incivili sono meno
numerosi dei presunti civili.
Provate a sommare il numero dei consiglieri
comunali, degli assessori, dei sindaci, dei dirigenti e dei tanti che, chissà a
quale titolo, si sono arrogati e si arrogano il diritto di gratificarci
dell’ignobile aggettivo e verificate da che parte sta la maggioranza.
Ma se
così è, se la maggioranza dei bitontini ritiene di essere civile, come mai non riesce ad avere la
meglio sulla “presunta” inciviltà dei pochi?
La storia è
piena di sepolcri imbiancati e il
dubbio,
ancora lui, che dietro la ricorrente ed infamante accusa rivolta ai bitontini
possa nascondersi una certa “difficoltà”, da
parte dei novelli censori, ad ammettere la propria incapacità ad operare scelte
tese a migliorare il civismo dei bitontini: è più che legittimo.
Non ci sembra il caso di
elencare le numerosissime azioni che metterebbero sul banco degli imputati non
pochi presunti civili che proprio in virtù delle loro sconsideratezze hanno
contribuito far sì che la nobile città di Bitonto sia nota come il luogo “dove
si può fare tutto”.
Per “par condicio”, va altresì detto che molti
concittadini non compiono sforzo alcuno per migliorare il volto del proprio
paese, anzi.
Anche qui l’elenco delle piccole/grandi inciviltà che ognuno di
noi quotidianamente compie sarebbe troppo lungo da compilare, ma tant’è.
Ma
veniamo all’attualità. L’ultimo “sotteso” richiamo ai presunti incivili di
Bitonto è nascosto nel titolo e nell’articolo, a firma di Michele Cotugno
Depalma, apparso sul quotidiano on line “da Bitonto”,
in data 25 marzo, dal titolo: “Raccolta differenziata. Bitonto? Ha la percentuale più
bassa tra i Comuni dell’Aro Bari 1”.
Ad onor del vero, l’estensore del
pezzo non si è spinto sino all’accusa di inciviltà, ma il rischio che si arrivi
a tanto esiste. Il sottotitolo, invece, contiene solo una “edulcorata minaccia” attribuita al Sindaco Michele Abbaticchio.
“Dobbiamo e vogliamo continuare a investire, ma servono
nuove tasse” ha sentenziato il primo
cittadino. Come dire: “Se siete brutti, sporchi e
cattivi, non prendetevela con noi se vi tartassiamo”.
Ma una
volta constatato che: “Secondo l’Asv a
Molfetta, Ruvo, Terlizzi e Corato la raccolta differenziata è schizzata a oltre
il 50 per cento, la città dell’olio è fanalino di coda e si ferma al 33 per cento, nonostante
la (vera) raccolta porta a porta sia iniziata prima rispetto all’hinterland”, è lecito
chiedersi se amministratori e dirigenti
si sono chiesti cosa hanno fatto e cosa occorre fare per migliorare la
situazione.
Quando gli operatori scoprono che, ad esempio, nei cassonetti
preposti al contenimento dell’indifferenziato si deposita vetro, ferro,
plastica e cartoni informano chi di dovere?
E chi di dovere si chiede il perché
di tali ”incivili” comportamenti?
Ad esempio. Qualcuno ha mai verificato in quale
percentuale, la pubblicità e le informazioni sulla differenziata sono state
correttamente recepite dai bitontini?
Qualcuno ha mai convocato gli
amministratori dei condomìni per chiedere loro di illustrare ai condòmini, magari affiggendo in
bacheca, a perenne memoria, le disposizioni la problematica in questione?
Ed
ancora. Qualcuno ha mai convocato i rappresentanti delle associazioni di
categoria per corresponsabilizzarli, istruirli e chiedere loro di fare
altrettanto con gli iscritti?
Qualcuno ha mai visto, ad esempio, esercenti
depositare vetro nel cassonetto sbagliato? Qualcuno si è mai preoccupato dei
tanti anziani che hanno difficoltà a leggere le indicazioni, già poco chiare, poste sulle confezioni dei
prodotti di uso corrente e sui cassonetti sporchi?
E chi di dovere quali rimedio “minaccia”? L’aumento della
tassazione. E chi di dovere pensa davvero di poter risolvere così il problema?
E per concludere, continuando ad
affidarsi all’unica verità possibile, il dubbio, mi chiedo: “Ma
perché tutti i presunti civili, quando hanno bisogno di alibi, si comportano come
se fossero nati e cresciuti a Vienna o a Zurigo? Non sono forse bitontini anche
loro?”.