Dov’è la Sinistra in Italia?
Qualcuno ha visto la Sinistra in giro?
A parte l’avvio “provocatorio e autoironico” che ho voluto introdurre in questo intervento, tuttavia, si pone seriamente il problema della Sinistra in Italia.
Sono un ex iscritto al PD, lo sono stato per oltre 40 anni e sono fiero di esserlo stato. Ho vissuto i “passaggi” più significativi della sua storia e un forte carattere ideologico mi consentiva di vivere, anche emotivamente, quei “momenti”, tra entusiasmo ed eventi tragici come la morte di Enrico Berlinguer.
Premetto che non ho mai assunto incarichi particolari all’interno del Partito, solo il rammarico di non aver potuto “dare” di più, ora avverto che quel Partito non mi appartiene, per cui non è mio intendimento “salire in cattedra” per giudicare qualcuno e, soprattutto, non intendo dare lezioni a nessuno.
La mia è solo una riflessione “a voce alta” sui temi cruciali della nostra vita, l’intento è di fornire un contributo di idee e favorire, a sua volta, delle riflessioni per costruire qualcosa di positivo, partendo dal “cuore”.
Le ultime elezioni amministrative che hanno interessato anche le grandi Città hanno evidenziato che ci sono dei problemi all’interno del PD e nella Sinistra in generale, una sua frammentazione non aiuta per favorire un vero “percorso” riformatore, ho sempre pensato che il “no” del Movimento 5 Stelle al tentativo di governo avviato da Bersani sia stata un’occasione perduta per cambiare l’Italia. Purtroppo, è andata così.
Ora, è il “momento” di un giovane rampante.
Inizialmente, mi sono lasciato affascinare, insieme a moltissimi italiani, da questo “ragazzo” pieno di energie, con una vitalità psico-fisica non comune, con delle doti straordinarie che gli riconosco, con quella capacità di comunicare, con quella determinazione e con quella voglia di voler cambiare il mondo. Nel frattempo, sono arrivati i primi “annunci” che ci hanno fatto ricordare il “ventennio” berlusconiano e sono arrivate le prime riflessioni, seguite dalle prime delusioni.
Sta sbagliando, soprattutto, la politica economica.
Le Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori, in testa la C.G.I.L., con la Camusso e Landini, altre Formazioni Sociali e tanti soggetti autorevoli avanzano proposte concrete in tema di economia e per tutelare anche i diritti dei lavoratori.
Per la verità, ascolta tutti, ma fa di “testa” sua.
Intendiamoci, in una discussione il Governo del Paese ha la responsabilità di fare una sintesi e assumere delle decisioni, ma deve “tenere conto” anche di alcuni aspetti proposti dai suoi interlocutori e non deve solo ascoltarli perché così non “funziona”.
E’ discutibile il principio secondo il quale chi contesta qualcosa nel merito è un cosiddetto “gufo” o un disfattista, mentre chi opera è l’uomo “del fare”.
Chi contesta e propone potrebbe voler costruire qualcosa di più efficace.
La recente riforma sul lavoro, il “Jobs act”, certamente non va in direzione dei lavoratori, chiedetelo ad essi se le loro condizioni di lavoro sono migliorate!
In sostanza, la politica economica del Governo è troppo sbilanciata a favore degli imprenditori.
E poi, è inaccettabile attaccare a “muso duro” i tuoi potenziali alleati come la C.G.I.L., o anche un’idea di essa, e la F.I.O.M. Questa “gente” la deve ascoltare molto attentamente e deve accettare anche alcune proposte sensate perché sono persone che vivono all’interno del mondo del lavoro.
E poi c’è la questione del doppio incarico che deve “sciogliere”: capisco l’interesse che ha nel mantenerlo, e sotto certi aspetti è anche opportuno, ma è un “nodo” da risolvere, prima o poi.
Mi chiedo dov’è finito l’insegnamento di Enrico Berlinguer?
La sua dirittura morale?
Dov’è finito il Partito delle “mani pulite”, come sosteneva Giorgio Napolitano in un mitico comizio tenuto a Bitonto in Piazza Cavour negli anni ’70?
Questo “ragazzo” sta dissipando un patrimonio di “valori” conquistato in tanti anni dal vecchio P.C.I.
Egli non appartiene alla Storia della Sinistra in Italia.
La “Storia” ha dimostrato che senza la Sinistra non si va da nessuna parte e si può far male.
Si deve prendere atto che questo giovane rampante ha fatto una scelta di “campo”, ha preferito allearsi con la “Destra” politica anziché con la “Sinistra”, per dirla meglio, la Sinistra la vuole annullare, rimarrebbero, comunque, i diritti dei lavoratori ad essere tutelati. Annullare il vecchio P.C.I è stata un’operazione che non è riuscita a Bettino Craxi negli anni ’80 operando “dall’esterno”, pare che questo “giovanotto” vuole tentare la stessa operazione intervenendo “dall’interno” del PD.
Della Riforma Costituzionale occorrerebbe un intervento specifico per parlare di “merito” e questo non è il giusto contesto, cominciando dal “pasticcio” del Senato. Questa è la Riforma del Governo proposta con una tale arroganza da scoraggiare l’Opposizione per una Riforma condivisa, prevalendo il “muro contro muro”.
Essa affida troppi poteri nelle “mani” di pochi, sono deboli gli strumenti di garanzia costituzionale, (i “contrappesi”) e, soprattutto, occorre modificare la Riforma Elettorale votata con un voto di fiducia.
Con questa Riforma si sta profilando un “regime”, confermato da autorevoli costituzionalisti.
Se una Riforma Costituzionale è di “parte” non “regge” a lungo termine, così è stato con il tentativo di Riforma di Berlusconi, occorre che tutte le forze parlamentari si ritrovano intorno ad un tavolo e danno vita ad una Costituente dove ognuno deve rinunciare a “qualcosa” con senso di responsabilità.
E la Sinistra in Italia cosa fa?
Opera in ordine sparso.
Bersani che si “ostina” a voler rimanere nel PD (riconosco che avrà le sue ragioni), un “tronco” del PD che si “sfila” creando la Sinistra Italiana, in accordo con S.E.L. di Niki Vendola, il Partito Socialista che fa parte del Governo, i Verdi che se ne vanno per conto loro, Rifondazione Comunista che vogliono ricreare “qualcosa” che non esiste più.
Questa è una Sinistra che si fa male da sola!
Secondo il mio parere, per creare una Sinistra Unita per diventare forza di Governo deve attivare una piattaforma comune nella quale ogni formazione politica deve rinunciare a identità particolari per elaborare un “progetto comune” e pervenire ad una sintesi programmatica.
Nell’ultima tornata amministrativa, l’elezione di un Sindaco di S.E.L. al primo turno a Cagliari è un esempio di unità di tutta la Sinistra. Le recenti elezioni di ballottaggio dei candidati Sindaci hanno avuto anche un forte significato politico: il Centro-Sinistra frammentato perde il “contatto” con gli strati più popolari delle Città e perde consensi, laddove si presenta unito, “tiene” e vince.
L’unità a Sinistra paga.
Non si meravigli il “ragazzo” se alla prova del voto il PD, con tutta la Sinistra, perde consensi e, soprattutto, si consolida sempre di più il fenomeno della disaffezione al voto degli Italiani e questo è un disastro per la democrazia.
In generale, possiamo dire che questa è una pessima classe politica, troppi interessi particolari, troppi personalismi, troppi egoismi. E’ sbagliato, comunque, fare di tutte “le erbe un fascio”, ma non viviamo un buon “momento”.
Comunque, parlare della Sinistra in Italia ha un “senso” solo se si inserisce in un contesto europeo o, addirittura, planetario per via della globalizzazione.
La politica, in fondo, è uno strumento di “liberazione” dell’uomo. I primi tentativi, nella storia, si sono manifestati con la “Comune di Parigi”, esperienza repressa nel sangue, con la Rivoluzione Francese, in seguito degenerata con tanti morti, e con la Rivoluzione d’Ottobre che ha espresso una forma di Socialismo reale con tante contraddizioni.
Queste esperienze fanno parte della storia dell’uomo ma sono “superate”. Occorre “guardare” oltre.
La sfida nel Terzo Millennio deve interessare l’uomo ma la vera rivoluzione deve partire “dal suo interno” modificando il suo “stile di vita” e modelli comportamentali, in senso più naturale, privilegiando cibi di origine vegetale ai cibi di origine animale.
La “cosa” può apparire incomprensibile ma fermiamoci un po’ a riflettere.
Un diverso “stile di vita”, seguendo meccanismi naturali:
-) “muove diversamente” l’economia;
-) chiama in causa l’ambientalismo con sistemi di vita più razionali, “superando” gli stessi allevamenti, fonte di inquinamento e spreco di energia e di acqua;
-) chiama in causa l’etica attraverso il rispetto di milioni di animali innocenti destinati ai macelli sparsi un po’ ovunque, vera degenerazione della società;
-) chiama in causa la violenza dilagante generata da una vita innaturale improntata sulla sopraffazione del “forte” sul “debole”;
-) contribuisce a riconquistare la salute delle persone in quanto è accertato che una dieta prevalentemente vegetale è determinante per vivere meglio;
-) contrasta la fame nel mondo in quanto sottrae terre per la coltivazione di cibo destinato agli animali;
-) cambia il ruolo dell’uomo sul Pianeta sul quale egli è solo “parte” di un sistema collettivo.
Questi sono alcuni aspetti tra i più significativi.
In questo “percorso” che deve investire l’uomo, si può recuperare il ruolo della “politica” in quanto, anziché essere al servizio delle Multinazionali e dei Potenti della Terra, come avviene attualmente, si ponga al servizio della collettività.
Svincolare la “politica”, sostanzialmente collusa con il sistema di potere o “ordine” mondiale, è uno dei compiti più ardui che ci attende nel Terzo Millennio.