La marcia per le vie del centro storico si è interrotta in Cattedrale, dove si è tenuta la messa in ricordo di Anna Rosa Tarantino.
La sua vita, votata a Dio, la rende simile ad Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser, protagonista del Vangelo di Luca letto durante la celebrazione.
“Anna Rosa era una persona semplice, garbata, ed è stata vittima di mafia, quasi a ricordarci che può accadere a chiunque, senza volerlo – ha commentato il vicario episcopale, don Gianni Giusto, durante l’omelia –. Il male è così quando agisce, serpeggia anche nei modi che sembrano impercettibili. La mafia è un vero pericolo per la società, per la nostra vita. Gli autori degli agguati sono le prime vittime, perché hanno venduto la libertà a qualcosa che li schiaccia, toglie loro umanità e la toglie anche agli altri”.
“Nessuno può chiamarsi fuori, né può rinunciare a lottare contro di essa. Non possiamo permetterci di essere complici e di stare in silenzio in questa battaglia” ha tuonato don Gianni. “Non è facile. Sappiamo tutti che non basteranno le scritte illuminate, ma queste sono un segno che può e deve scuotere le coscienze, illuminare il nostro cammino, il desiderio di crescita”.
Fondamentale, per il parroco è pensare ai giovani. “È necessario reprimere e assistere, ma la lotta alla mafia parte dalla cultura. Bisogna insegnare ai ragazzi a fare della propria vita un dono, bisogna educarli al perdono, alle vie dell’amore, alla giustizia, alla lealtà”.
“Non sarà questione di un giorno, ma di una vita intera, della vita di ciascuno di noi. Crescerà dentro di noi come un germoglio e porterà frutto se non ci stancheremo di crederci, non faremo un passo indietro, non chiuderemo gli occhi, non ci tireremo indietro dal denunciare”.
A fine celebrazione, il vicario episcopale ha voluto salutare la famiglia Tarantino e l’amministrazione comunale, condividendo un pensiero di tutti i parroci presenti (don Ciccio Acquafredda, don Vito Piccinonna, don Nicola Cutrone, don Paolo Candeloro) e non.
“Con le frasi delle vittime di mafia nel centro storico, abbiamo onorato Anna Rosa e abbiamo avuto un’occasione per risvegliare le nostre coscienze. Qualcuno le ha già attaccate, ma noi dobbiamo difenderle e farle nostre, per far illuminare non solo strade ma anche le nostre vite”.