Hollande, il presidente socialista della repubblica di francia! Non c’è nessuno che, istintivamente, reagisce con una sonora risata al mio aggettivare “socialista” codesto signore, diciamo? Capisco, ormai, sono anni che noi italiettini assistiamo alla deriva liberistica, all’adorazione del mercato, oggi, globale dei due partiti della falsa sinistra italiettina: il pci e il psi, irrimediabilmente, scomparsi. E’ stato un graduale scolorire il rosso delle rispettive bandiere e, contestualmente all’operazione cromatica, il divellere dai rispettivi stendardi i simboli millenari del lavoro, la falce e il martello; di seguito, i dirigenti di essi, col codazzo dei loro sterminati, acefali greggi, hanno, “apertis verbis”, ammesso di essere figli della piccola, media borghesia che, pur, avendo letto, il “Capitale” di Marx e il “Manifesto” di Marx – Engels, essi con il Contenuto Escatologico dei due Testi, di cui sopra, non avevano, giammai, alcunché spartito. Avevano, solo, fatto finta, avevano “commediato”, ché a destra del panorama politico italiettino e, soprattutto, al centro democattolico posti, poltrone, aspettative, carriere e quant’altro erano stati occupati o prenotati. Pertanto, Dissento da eugenio scalari, quando affermava che, ad esempio, il segretariato generale di craxi e quello di renzi, rispettivamente, nel psi e nel pd (il risultato della degenerazione lineare del pci dalla “svolta di salerno”, il 27 marzo 1944, decisa da togliatti con stalin, fino ai giorni nostri) avrebbero determinato una mutazione antropologica dei due partiti. Nessuna mutazione antropologica: i dirigenti, a livello locale e nazionale, dei due partiti, scolorando, gradualmente, il rosso dei vessilli di essi, inviavano, in continuazione, messaggi ai loro fratelli di classe, postati a destra e al centro dell’ “arco costituzionale” italiettino, che già avevano assaporato o assaporavano l’ebbrezza di dimorare nella nenniana stanza dei bottoni, di essere pronti a dividere la torta del potere. Il psi nel tardo 1962 partecipò, organicamente, a un governo di centro – sinistra, a guida moro, con nenni vicepresidente del consiglio; il pci, dopo una lunga fase di studio della proposta berlingueriana, detta “compromesso storico”, una sorta di avvicinamento del pci alla dc, per esorcizzare, asseverava il nobile sardo, il pericolo di una involuzione autoritaria della società italiettina, nel 1976 appoggiò dall’esterno un governo di “solidarietà nazionale” a guida andreottiana, per, poi, mandare, dal 21 ottobre ottobre 1998 al 25 aprile 2000, il d’alema alla guida di un governo che si rivelò, assolutamente, “fan” e collaboratore della “nato”, dando il permesso agli aerei degli “states” di decollare da una base veneta con la missione di bombardare, immenso fu l’olocausto di civili, la capitale della serbia di milosevic, belgrado. E la base dei due partiti ? Incolta, nonostante votasse pci o psi, religiosamente e, quindi, moralmente, sottomessa ai preti che condizionavano la sua condotta e, quindi, i suoi parrucconi giudizi sulla vita dei singoli. Togliatti, per non sorprendere, turbare, negativamente, la sua base, non dichiarò, mai, pubblicamente, che nilde iotti fosse la sua compagna. Avevo 15 anni e Ricordo che, alla notizia della morte di stalin avvenuta il 5 marzo del 1963 (il nuncio fu dato il 6 marzo del 1953), in bella vista, all’entrata della sezione bitontina del pci, la base del partito pretese che fosse allestita una cattolicissima camera ardente con il simbolo paolino della croce posto sul catafalco accanto alla gigantografia del bieco, sinistro despota sovietico. Nessuno dei dirigenti locali, provinciali, nazionali (ché temo che la medesima, oscena, orrenda sceneggiata bitontina fosse stata ripresa in altre sezioni del pci e non solo in provincia di bari o in puglia o in tutto il sud, “sed etiam” sull’intero stivale) si azzardò a redarguire i comunisti cattolici per aver preso iniziative contrastanti con l’Insegnamento Marxiano che condanna il sentire religioso come una droga, l’oppio, capace di isterilire la reazione dei popoli alle prevaricazioni dei potenti. Fu, sempre, importante per i gerarchi socialisti e comunisti avere i voti dei “minus habentes”, ché in quei voti “ignorantia non olebat” e permetteva loro di godere le prebende delle poltrone, i “benefit” da esse assicurati. Il potere con calma nel perseguirlo, bofonchiava togliatti, ché sapeva che si poteva, anche, vincere una tornata elettorale nazionale, ma il giorno dopo i poteri forti supportati, ideologicamente, dalla propaganda cattolica, con tanto di madonne lacrimanti per la vittoria dei senza dio, avrebbero ribaltato i risultati elettorali, magari, impiegando nella rivolta quelle masse diseducate alla Razionalità, che egli stesso non s’era dato peso di Educare, in quanto si stava meglio nella posizione dei giudici (che prometteva contropartite interessanti in cambio di giudizi sull’operato delle varie nomenklature governative annacquati), che in quella dei, pericolosamente, giudicati. Hollande, il presidente socialista della francia, che in questi giorni si trova tutto il mondo del lavoro francese in protesta contro di lui e il suo governo perché, costi quello che costi (non la sua testa ché, per fortuna di francois, giacobini estremi, radicali, fermi, come robespierre, non se ne trovano più in giro), vuole promulgare un “job act” alla francese, sul modello del “job act” renziano. E’ paradossale che un “ras” socialista costringa a scioperare in massa coloro che, quotidianamente, nelle fabbriche, negli uffici “fanno il mazzo”; sarebbe, invece, fisiologica, contro un presidente socialista, la serrata dei padroni delle ferriere! IO non M’intendo, affatto, di economia, “sed” è tanto difficile Capire, Intuire che, se si precarizzano i posti di lavoro, introducendo nei rapporti tra datore di lavoro e operaio o impiegato, o “colletto bianco” l’eufemistica “flessibilità in uscita” (al netto di tutte le possibili ipocrisie dei legislatori, servi dell’ideologia del “capitale” e del non giusto e non giustificato “profitto”, finalità unica dell’economia classica, significa licenza di licenziare, quando e come all’imprenditore fa comodo), una interminata massa di possibili acquirenti e consumatori sarebbe frenata nell’acquisto e nel consumo, terrorizzata dalla eventualità di trovarsi in qualsiasi momento nell’inopia irrimediabile per la perdita dell’unica sua fonte di reddito ? L’economia non riprenderà, giammai, con la frenesia, che ha preso i governi, di prediligere il verbo “licenziare” al verbo “assumere”, ma, anche, se si faranno prendere dal sadismo dei “cummenda” di tenere i salari e gli stipendi ad un livello non compatibile con il costo della vita, oggi, sì da impedire alle masse di avere delle eccedenze di denaro, soddisfatti, appena, i bisogni primari, dettati dall’esigenza di un’esistenza dignitosa, per l’acquisto di beni durevoli e non, vedi la Partecipazione, non “a gratis”, ad Eventi Culturali. Non è la prima volta nella Storia che il capo di una potenza politica, militare, economica imiti qualcosa da un capetto dell’italietta. E’ accaduto, anche, nel 1934 – 35 da parte di hitler. A braccio, il corporativismo tedesco fu, esplicitamente, mutuato da quello italiano e l’idea del controllo della società attraverso istituzioni e mezzi di comunicazione di massa. Infatti, inizialmente, hitler apprezzò molto mussolini, che era al potere dal 1922: il nazismo nasce quale ideologia gemella del fascismo italiano e tale rimane fino al 1934 – 35; ambedue i despoti abbracciano, implicitamente, il capitalismo, “rimborso”, quasi, ai poteri economici internazionali che li avevano sostenuti, finanziariamente, nell’ascesa al potere. Ritorniamo ad occuparci di hollande il socialista. Consapevole di essere disceso al più basso grado di consenso nell’opinione pubblica francese (un poliziotto francese s’è rifiutato di offrirgli la mano nella cerimonia di commemorazione dei due poliziotti uccisi da un mussulmano legato all'”isis”), sta tentando di apparire il rappresentante massimo di una francia sotto la cui coltre tutti i francesi dovrebbero riconoscersi ed operare e, magari, sacrificarsi, pur, con la vita per la “grandeur” di essa. In quale modo ? Sfruttando il “calcio”, tal la “livella” del Divino Totò, che azzera nel mito della nazione tutte le divisioni, differenze, diversità di genere, sociali, politiche, culturali, religiose, sessuali ed è “inclusivo” di tutti e tutto tra le tette enormi della “madre patria”. Hollande, fino ad oggi, in cui Scrivo, ha presenziato all’inaugurazione dei campionati europei di “calcio”, alla partita francia – romania e alla partita francia – albania. E’ inutile ribadire che, se non fosse accecato dalla necessità di rifarsi il “mos” democratico di fronte alle masse francesi, da lui offese per l’intransigenza che sta mostrando nel difendere una legge sul lavoro, che non è l’Elaborazione di una Proposta Politica del Diritto; che, come il “job act di renzi”, allontana la Costituzione dalle Fabbriche, in un momento in cui, a detta del suo primo ministro, la francia e l’occidente intero sono in guerra contro il terrorismo, hollande dovrebbe astenersi dall’occupare la poltrona d’onore negli stadi in cui gioca la francia, ché esporrebbe migliaia e migliaia di spettatori al pericolo di un attacco terroristico per colpire lui. Inoltre, per proteggere lui, una consistente scorta di poliziotti viene delocalizzata dai punti sensibili dello stadio o della città, in cui la nazionale francese si esibisce, bisognosi di maggior tutela e protezione. Ma il “calcio”, tipo “cicero pro domo sua”, è stata, è la prassi seguita dai titolari di dittature e da quelli di democrazie. Mussolini, sin dagli inizi del suo regime, aveva promosso lo sport e, in particolare, il gioco del “calcio” a scopi, eminentemente, propagandistici. Ai calciatori di una delle due nazionali di “calcio” ai campionati del mondo del 1934 o del 1938, vinti dall’italietta, avrebbe tuonato: “Badate che se non vincete, passerete il resto della vostra vita all’asinara”. Il 1982 fu l’anno in cui la nazionale di “calcio” dell’italietta vinse il terzo campionato del mondo. Spadolini (nutriva per il “calcio” un immedicabile disprezzo) era il presidente del consiglio dei ministri e pertini era il presidente della repubblica. I due, avendo intuito, da numerosi indicatori, che qualcosa di buono avrebbero potuto fare in spagna i calciatori azzurri, fecero a gara per avere la patente di portafortuna della maglia azzurra e, per traslato, dell’italietta. Spadolini partì per primo in spagna e si trovò ad assistere alla partita Italia – Polonia, vinta dall’italietta, partita che lanciava la nostra nazionale alla finalissima contro la germania. Il grassone fiorentino, già assaporava il prestigioso piacere di sedere in tribuna d’onore, in occasione della finalissima, tra il re di spagna e il cancelliere tedesco, quando arrivò da roma un telegramma in cui pertini lo avvisava di farsi di parte, ché alla finalissima: “ci sarò io”. E’ inutile in questa sede rammentare il poco istituzionale entusiasmo con cui pertini (forse, IO Sono Uno dei Pochi Italiani che non ha, mai, stimato e apprezzato codesto avvocaticchio savonese) commentò la fasi della partita Italia – Germania tra il re juan carlos e il cancelliere tedesco helmut schmidt, entrambi esterrefatti. Infine, per un pugno di petrodollari anche un lupo, di nome muhammad bin nayief al saud, vicepresidente del consiglio dei ministri e capo degli interni del regno saudita dell’arabia, diventa agnello. Per essere costui apparso tale, ha avuto dalle mani del socialista hollande (ma, anche, renzi s’è recato a “proskinessarsi”, inginocchiarsi ai piedi del re dell’arabia, sempre nella speranza di fare affari, pur, con una dinastia di macellai, di tagliatori di teste) la “medaglia dell’ordine nazionale della legione d’onore”. La più alta onorificenza francese, istituita da napoleone 1°, al principe ereditario di una dinastia che finanzia il jihaidismo, i cui truci iniziati si sono macchiati della carneficina del “Bataclan”! Ecco l’ingiuriosa, nei confronti dei caduti per terrorismo jihaidista, motivazione dell’onorificenza, di cui sopra, al dignitario (???) saudita: “… per tutti i suoi sforzi nella regione e nel mondo nella lotta contro il terrorismo e l’estremismo”. Quando si dice che il trono di un re, l’alto scranno del presidente di una repubblica qualsiasi, la cattedra del vicario di cristo (a proposito, bergoglio qualche giorno fa ha ricevuto con tutti gli onori una principessa appartenente alla famiglia regnante del qatar che, illegittimamente, s’impossessa di tutto il petrolio esistente nelle viscere del territorio su cui regna e, ovviamente, è finanziatrice del terrore jihaidista), dell’imam, infallibile interprete di maometto, non è una cosa, ma l’idea del potere. su cui criminali confessi o senza saperlo, ominicchi, ai primi sodali in nome del potere, non possono far altro che rilassare, sistemare, posare il proprio culo”! Allora, come giudicare coloro che “pro iis”, dall’immaginario collettivo dissolti nella “fiction” della patria, della religione, di dio, hanno offerto, offrono, offriranno la loro vita ? “Intelligenti pauca”!