La
presenza dell’Arcivescovo della Diocesi di Bari-Bitonto Francesco Cacucci, con tutto il suo carico di luce e di disarmante dolcezza, ieri ha offuscato il tradizionale arrivo della Befana nel
presepe vivente di Mariotto.
Per tutto il tempo della celebrazione serale,
ch’egli ha presieduto, la laicità della festa è passata in secondo piano e gli
sguardi si sono soffermati ancora per qualche istante sull’essenza.
Un’ultima
riflessione, dunque, sull’arrivo dei Magi e sull’Epifania, che per il Pastore
dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto significa “sinfonia
della gioia”.
E tale è stata la serata per tutti i mariottani, i cui volti
trepidanti di emozione erano la più viva testimonianza del bisogno di bontà, di
conforto, di speranza che c’è in questa società smarrita.
Poi,
è arrivata la Befana che s’è portata via le feste.
Ma, di sicuro, sensazioni e
ricordi rimarranno scolpiti nei cuori ancora a lungo.
Eccellenza,
se dovesse riassumere questo Natale in una sola parola, cosa direbbe?
Splendore
della speranza. Ho inviato una lettera a tutte le
parrocchie della nostra Diocesi con questo titolo, in cui sostengo che proprio
in un periodo come questo, con tanti aspetti negativi legati alla crisi, noi
dobbiamo guardare a Cristo che è luce che illumina.
Un
sogno per il nuovo anno…
Desidero che tanti
riconoscano Gesù. E che ne accolgano la Parola e vivano la Comunione non solo
la domenica, ma sempre.
Bitonto,
una città martoriata dalla delinquenza, ma che pure mostra un vivo desiderio di
rinascere. Cosa sente di dire ai bitontini?
Conosco bene la realtà di
Bitonto, attraverso le visite pastorali alle tredici parrocchie, e ne colgo una
straordinaria ricchezza di umanità e di fede. Ecco, vorrei che proprio questa fede
sia da stimolo per la rinascita della società. Non si può essere cristiani in
Chiesa e cattivi cittadini per le strade.
Quando
viene a Mariotto ha sempre una luce particolare negli occhi, a testimoniare la sua
gioia di essere qui. Che cosa le piace di questa comunità?
Amo questa cittadina
perché è ancora una comunità locale, cioè una comunità nella quale gli aspetti
dell’anonimato sono minori che in una grande città. Ho visto crescere questa
realtà in maniera esponenziale. Mi auguro che aumenti ancora il numero di
coloro che sentono il bisogno di vivere come riferimento la parrocchia.