Il dato che emerge è chiaro: Bitonto, all’improvviso, si ritrova a essere pentastellata ma anche un po’ (troppo) leghista.
Già, perché cercando di analizzare quello che è stato il voto di ieri l’altro nelle consultazioni politiche, sono essenzialmente tre gli aspetti che vanno sottolineati.
Da un lato c’è l’exploit, senza se e senza ma, del Movimento 5 stelle che, così come le Consultazioni regionali del 2015, conferma di essere il primo partito cittadino quando si tratta di elezioni “sovracomunali”.
La sconfitta del sindaco Michele Abbaticchio e di tutte quelle liste civiche che avrebbero dovuto sostenere i candidati del centrosinistra.
La grande affermazione della Lega. Il partito di Salvini, incredibilmente, ha racimolato un grandissimo gruzzoletto di voti pure nella città dell’olio (per il report completo leggi qui articolo http://bit.ly/2I3cYbH).
E partiamo da qui…
E i 1457 voti alla Lega? È questo il dato che più deve far riflettere. Perché se una vittoria in bello stile dei grillini si poteva immaginare – bastava tastare il polso della gente negli ultimi giorni e domenica mattina – nessuno poteva prevedere un così ampio consenso per la Lega. Emblema sì di un partito che pian piano si sta spostando da Roma in giù, ma anche di una Bitonto che domenica si è riscoperta tutta d’un colpo estremista, forse più arrabbiata degli ultimi anni, e che continua a voltare le spalle ai grandi e soliti partiti.
Tanto più che la Lega partita da zero. Assente alle ultime Comunali, nessun voto alle Politiche del 2008, soltanto 16 (0,05 per cento) a quelle del 2013.
Michele Abbaticchio, in un post su Facebook, ha chiesto un “confronto pubblico con i 1400 cittadini che hanno votato questo politico. Solo per comprendere le effettive ragioni, senza offesa ad alcuno”. Comprensione che, forse, dovremmo fare un po’ tutti, e controllare se questa improvvisa impennata leghista sia soltanto circostanziale o c’è qualcosa che sta covando.
Cinque stelle super brillanti. I grillini, a Bitonto, si confermano una macchina da guerra quando si tratta di elezioni non comunali. Nel 2013, per il rinnovo del Parlamento, nella città dell’olio e del sollievo, si sono attestati a oltre 7mila voti. Due anni dopo, alle Regionali pugliesi, sono stati il primo partito con oltre 4.200 preferenze. Tre anni più tardi, quindi domenica, si sono attestati, alla Camera, a oltre 12.700 voti, il 45 per cento dei consensi.
E, visto che nell’intero Mezzogiorno d’Italia è stata una valanga a cinque stelle, è chiaro che anche Bitonto ha sfruttato questa scia perché, è utile forse ribadirlo, i bitontini non hanno espresso preferenza per il Movimento 5 stelle cittadino in sé (quello ha preso 2.880 voti alle amministrative di giugno, badate bene), ma per il simbolo in quanto tale, e per una volontà di cambiamento in quanto irrefrenabile. Viene da sé, quindi, che molto probabilmente Francesca Anna Ruggiero, la nostra nuova deputata, ha sbaragliato la concorrenza di Massimo Cassano, Giuseppe Giulitto e altri, non perché con questo nome e cognome ma perché appartenente a quel preciso simbolo politico.
E sono i numeri a dirlo. La nostra concittadina si è fermata a 13.559 preferenze, ma “soltanto” 787 al solo candidato.
Da via Perrese, dunque, sfruttando questa nuova ventata di politica, è arrivato il momento di organizzarsi meglio a livello cittadino, combattendo quelle divisioni presenti negli ultimi anni.
Il sindaco va ko. E pure il civismo… L’altro dato che emerge dalle consultazioni elettorali è che Bitonto ha voltato le spalle al Centrosinistra e, in modo particolare, al sindaco Michele Abbaticchio e alle liste civiche di maggioranza. Il primo cittadino, senza infingimenti e mai nasconderlo, è stato un sostenitore della prima ora di Giuseppe Giulitto (candidato di Antonio Decaro, perciò sconfitto anche lui) e, ovviamente, anche le liste civiche della sua maggioranza – non tutte, ma la maggior parte, almeno sulla carta – erano pronte a sostenere il sindaco di Bitritto e Salvatore Campanelli, anche lui scelto personalmente dal primo cittadino barese.
Ebbene, numeri alla mano, qualcosa non torna. Alla Camera, infatti, Giulitto ha ottenuto 4.669 preferenze, obiettivamente pochi rispetto al numero e ai numeri delle forze in campo. Partito democratico in primis, che ha confermato sostanzialmente le preferenze delle comunali. Siamo sicuri, dunque, che le liste civiche abbiano fatto il loro dovere e rispettato le intenzioni di voto?
Sorge più di qualche perplessità, mentre non ci sono dubbi che più di qualcuno abbia voltato le spalle all’inquilino di Palazzo Gentile.
Forza Italia, un trend in controtendenza al nazionale. Chi, invece, dimostra di essere più in salute del partito a livello nazionale è Forza Italia, che a Bitonto s’è difesa ed ha quasi duplicato il risultato nazionale (7464 alla Camera, 6745 al Senato). Ciò però non toglie che a Bitonto forse sia arrivata l’ora di nominare un segretario che manca ormai già da tempo.