Non
sono primarie per giovani.
Il
regista Giovanni Veronesi, che il 23 marzo porterà nei cinema
italiani il film “Non è un paese per giovani”, non si
arrabbi, ma il titolo dell’ultima fatica cinematografica nonché del
suo programma radiofonico, è il migliore per spiegare l’andamento
del voto delle primarie di domenica. E che hanno consacrato il
figliol prodigo Emanuele Sannicandro candidato sindaco per la
coalizione di centrosinistra.
“I
giovani sono con te, Lillino”, gridavano
alcuni supporters dell’ex consigliere regionale al termine dello
spoglio, verso l’1 di notte.
Già,
ma quali giovani? Analizzando il numero dei votanti con l’età di chi
si è recato al seggio, basta poco per capire che sono stati proprio
i giovanissimi a voltare le spalle alla consultazione organizzata
dalla coalizione formata da Partito democratico, Partito socialista,
Laboratorio, Governare il futuro, Insieme per la città, Sinistra
italiana.
Certo,
è ovvio che non basta l’età anagrafica per definire e quantificare
la giovinezza o gioventù di una persona (è l’esempio è proprio
Sannicandro, che ha 63 anni, ma ha la spensieratezza, l’adrenalina e
la voglia di fare di un ragazzino), ma è un parametro importante per
capire chi si è recato alle urne qualche giorno fa.
Il
primo dato che emerge è il fallimento di far votare anche i 16enni.
Su quasi 4mila votanti, infatti, soltanto 14 (lo 0,35 per cento, 13
maschi e una ragazza) aveva un’età compresa tra i 16 e i 17 anni.E di questi, zero sono di Mariotto, quattro di Palombaio e i restanti
bitontini.
Non
bene neanche il numero dei votanti di quella fascia d’età che va dai
18 ai 25. Supera a malapena il 9 per cento per un totale di 370
elettori, 200 maschi e 170 donne. A Mariotto sono stati soltanto 27,
a Palombaio 31, a Bitonto poco più di 300.
Facile
fare il conto: di quasi 4mila votanti, soltanto il 10 per cento aveva
un’età compresa tra i 16 e i 25 anni. Non è un po’ pochino?
I
primi sorrisi arrivano quando si analizza il numero dei votanti tra i
26 e i 40 anni. Sono stati poco più di 800 (812 per l’esattezza), il
20,31 per cento, e precisamente 460 uomini e 352 donne.
Complessivamente, sono stati 74 a Mariotto, 60 a Palombaio e 678 a
Bitonto.
Lo
zoccolo duro dei votanti è stato rappresentato, invece, da chi ha
tra i 41 e i 65 anni, che era anche l’età dei tre candidati che si
sono sfidati.
Sono
stati più della metà (51,26 per cento), e quindi 2.050, 1.227
maschi e 823 donne.
Anche
qui il conteggio è immediato: il 70 per cento dei votanti di
domenica aveva un’età compresa tra i 26 e i 65 anni.
Il
restante 20 per cento (qualcosa in meno, in realtà, il 18,83) di chi
ha votato aveva un’età superiore ai 66 anni. Sono stati 753, di cui
687 soltanto nella nostra città. Un dato obiettivamente
interessante.
Il
messaggio di domenica, allora, è stato chiaro: chi vuole accomodarsi
a Palazzo Gentile per i prossimi cinque anni, ha bisogno di richiamare
alle armi anche i giovanissimi, anche se i 16enni non voteranno.
Nel
frattempo, hanno detto no alle primarie del centrosinistra.