Tutti gridano alla vergogna, ma il giorno dopo è troppo tardi.
Questa ennesima tragedia è la prova che in un paese ostaggio della corruzione e del malaffare il popolo onesto paga il prezzo più alto.
Dove la pioggia semina morte, dove i cavalcavia crollano, dove si muore per un intervento banale, dove il ricatto è prassi è regola.
Un Padre, un figlio una mamma sono le vittime innocenti di un sistema che ruba il futuro le speranze di tutti noi.
Ma si assiste indifferenti alla razzia del potere colluso.
Non si può gridare “Giustizia” se poi si è indifferenti, se poi non si ha memoria delle tragedie passate, tante le sentenze che mai trovano un colpevole e che troppo spesso per un difetto di forma o una prescrizione tutto resta impunito e chi chiede verità e Giustizia resta deluso e beffato da chi le carte dei processi le manipola. Tanto poi ci sono i depistaggi e tutto resta impunito.
Uomini spregiudicati che lucrano su ciò che è diritto di un popolo, non c’è settore indenne da questi criminali, la cricca fa soldi e poi il potere e le collusioni distruggono il bene comune.
Questa nazione è ormai al collasso ma non c’è indignazione.
Ora è il tempo delle polemiche e delle promesse, ma basteranno solo pochi mesi perché tutto resti un tragico ricordo di una giornata dove a pagare il prezzo più alto sono stati uomini e donne onesti, colpevoli di vivere in una nazione che “vive” di corruzione, che emargina gli onesti e premia i disonesti.