Lo scorso venerdì, all’interno della Sala degli Specchi del Palazzo Gentile si è tenuto il convegno “Agricoltura:
innovazione di prodotto e di processo, fattori di crescita dell’economia”. L’incontro è stato moderato dal dott. Michele Urbano, consulente del lavoro –
revisore legale dei conti e consigliere Assocal.
Si realizzerà una rete
fra Assocal, imprenditori, rappresentanti di categoria e il campo della ricerca,
personificato dagli esperti dell’Università
degli Studi “Aldo Moro” di Bari.
Il fine della cooperazione sinergica è offrire più servizi al mondo agricolo affinchè possano raccogliersi frutti di qualità. La
realtà quotidiana è dura e si cerca di usufruire dei mezzi più consoni per
competere nei mercati internazionali, che hanno scelto di puntare
sull’agricoltura intensiva. Il Dott. Michele
Urbano ha fatto visionare ai presenti uno stralcio del film “Il grande
dittatore” del 1940, indice di una realtà in cui non bisogna essere schiavi di
nessuno né perdere la speranza, ma guardare oltre il contingente. Presente al
convegno il prof. Salvatore Camposeo,
del Dipartimento di Scienze agro-ambientali territoriali, che si è soffermato
sulle “Innovazioni colturali: prove di collaborazione tra mondo della ricerca
e imprese”.
Esempio di successo della collaborazione fra l’imprenditoria
e il mondo della ricerca è la “cultivar
coratina” della Puglia: «Una delle
radici delle qualitá della cultivar coratina –ha affermato il dott. Camposeo– è l’epoca del raccolto. Questa è una scelta imprenditoriale perché è
responsabile del 30% della produzione dell’olio. Anche con la Cima di Bitonto
si può ottenere un olio coratino simile». Altra dimostrazione che la
sinergia tra i diversi settori può funzionare lo ha dato la dott.ssa Raffaella Di Cagno,
ricercatrice di microbiologia degli alimenti del Dipartimento di Scienze del
suolo, della pianta e degli alimenti di Bari. La sua ricerca si è incentrata
sull’innovazione nel campo agro-alimentare. Sì, perché: «La parola cardine del quinquennio 2015-2020 è l’innovazione – ha affermato il dott. Michele Urbano–, nella
sua accezione ampia di prodotto e
processo». «Un esempio di
successo tra le nostre ricerche – ha specificato la dott.ssa Di Cagno– è la dieta “Gluten-free” per i celiaci.
Abbiamo proposto questa soluzione anche a Roma e Napoli, collaborando con le
rispettive università. E’ in corso un challenge clinico tre con l’Università
Federico II di Napoli sulla farina di grano idrolizzata».
A completare il quadro esplicativo della realtà in
questione, il dott. Mario Antonacci,
esperto di previdenza, si è soffermato sull’inquadrare le figure dei lavoratori
autonomi in agricoltura. «Nell’ambito
dell’ innovazione e tradizione –ha spiegato il dott. Antonacci– le due
figure cardini sono lo Iap e il
coltivatore diretto. E’ importante che il fabbisogno lavorativo non sia
inferiore alle 104 giornate e che il nucleo cd sia almeno 1/3 del fabbisogno
aziendale».
I lavoratori autonomi possono iscriversi all’Inps per essere
tutelati attraverso il canale comunica e la loro domanda verrà revisionata
entro 90 giorni. Nell’iscrizione del lavoratore autonomo vengono presi in considerazione:
l’estensione del terreno, il reddito agricolo, la zona tariffaria e il
fabbisogno lavorativo. Presentata anche la denuncia aziendale e verificate
entro 24 mesi le qualità del lavoratore, si ha l’attestazione definitiva dalla
Regione Puglia.