«Il
sindaco tace. Noi no».
Non
è il titolo di un film dal chiaro sapore di intrigo politico, ma
dell’ultimo manifesto targato Partito democratico. Oggetto
dell’attacco le risposte che il primo cittadino non ha mai dato alle
numerose interrogazioni che sono arrivate dagli esponenti piddini,
Intini in primis.
La
vicenda, purtroppo, è famigerata. In quasi tre anni di consiliatura,
infatti, dall’ex candidato sindaco e dagli altri consiglieri
democratici è arrivato un numero consistente di quesiti sulla
scrivania di Abbaticchio. I temi sono stati i più disparati: Imu,
nuova gestione piscina comunale, lampade votive del cimitero con
connessa situazione di degrado, gestione tributi, corretta erogazione
dei servizi sociali, sperpero dei soldi pubblici, e altro ancora.
Ebbene,
il sindaco – è l’accusa pesante che arriva da corso Vittorio
Emanuele – non avrebbe mai risposto a niente. Violando ben due
leggi: il Testo unico degli enti locali e il regolamento del
Consiglio comunale.
Violazione
continua che ha costretto Intini a rivolgersi due volte al prefetto
di Bari Antonio Nunziante.
La
conseguenza di questo comportamento – per il Partito democratico – è
drammatica: «Siamo
in piena emergenza democratica – scrive
– perché il
sindaco non rispondendo a noi, sta negando risposte a migliaia di
cittadini che vogliono sapere».
«Crediamo
che il ruolo delle opposizioni – principia
il manifesto – sia
fondamentale in una democrazia che funzioni. Controllare l’operato
dei governanti e rappresentare le istanze dei cittadini sono dei
compiti che da tre anni cerchiamo si svolgere al meglio. Sono decine
le interrogazioni presentate al sindaco Abbaticchio per chiedere
chiarimenti su alcuni procedimenti, su delibere, su problemi che
spesso ci vengono segnalati dai cittadini. Tutto questo,però, sembra non
interessare al primo cittadino che, in palese violazione della legge,
ha deciso di non rispondere alle domande che gli vengono poste».
«Il
silenzio – sferza
– è dovuto alla
necessità di nascondere qualcosa? La trasparenza, che dovrebbe
essere un principio fondamentale del sano governare, è diventata
solo uno slogan da sbandierare quando conviene? Risulta strano che il
sindaco vada fuori città a fare interventi fuori a favore della
legalità come vicepresidente di Avviso Pubblico, e invece a Bitonto
non risponde a interrogazioni depositate da più di 600 giorni».
«Tutto
questo – conclude
lo scritto – si
chiama incoerenza, un atteggiamento a cui il primo cittadino ci ha
abituato».