Tutte
le volte che ho la ventura di contemplare una “personale” di Enzo Morelli, – presso l’Auditorium Santa
Croce di Bisceglie, nell’ambito de “I paesaggi della bellezza: dalla
valorizzazione alla creatività”, la Settimana UNESCO di
Educazione allo Sviluppo Sostenibile, inaugurata nei giorni scorsi dal sindaco Francesco Spina e dal consigliere
provinciale Enzo Di Pierro, presentata da Valentino Losito, Presidente Ordini
dei Giornalisti della Puglia con la partecipazione di Franco Martini, scrittore, Miriam Gaudio, attrice, Salvatore Memeo, poeta, insieme alla Mostra
Fotografica “Paesaggi lungo la via ferrata” di Ferdinando Di Cesare e
Daniele Marzocca – faccio così.
Entro,
do un’occhiata fugace alle tele, chiudo gli occhi e provo ad immaginare…
Gli
ulivi ritorti e dolenti nella loro secolare, fossile sofferenza che sa d’eterno
e umanità.
Il
canto lontano del vento che racconta le storie dei nostri campi, delle nostre
anime.
Le
spore immote nella solitudine che attendono un soffio per farsi polvere di
cielo.
Lumache aggrappolate
sopra rami scheletrici e pur fortissimi.
Eserciti di nuvole
che scorrono dentro una volta di cenere e dicono il mistero della vita.
Muretti a secco che
resistono più alla cieca crudele mano dell’uomo che al passar del tempo.
Piccole foglie cullate da sogni di tramonti perduti.
Il cobalto del cielo
contro il tabacco della terra, nel silenzio d’un mattino chiaro.
Gli occhi dei ciechi
che vedono tutto dentro antichi tronchi nodosi.
Sono attimi, non altro.
Eppure…
Riapro
gli occhi ed ecco: si compie l’incanto.
Ritrovo in quelle opere tutto quello che mi vorticava
frattanto nel cuore.
E ripenso al fatto
che socchiudiamo le palpebre quando una ferita invisibile lacera la nostra
anima, quando preghiamo nel silenzio pensoso di una chiesa qualsiasi, quando
siamo felici e cerchiamo di non piangere.
Oppure, solo per un
breve viaggio onirico.
Ecco, nelle opere di
Morelli vivono per sempre ulivi, fiori, pietre, aurore, crepuscoli…
Questa è la segreta magia
dei quadri di Enzo.
Ma c’è di più.
Dopo che ristai un
po’ dinanzi a quei colori fragili e bellissimi, quei quadri si mutano in autentici specchi dipinti e ci
ritrovi pure le inquietudini della tua anima che nessuno vede.
Allora non sai più se quel tuo
stare era una partenza o un ritorno.
E rincasi con un sospiro in più nel fondo
del cuore…