Sotto un cielo striato di fumo nero, Vincenzo risale via Burrone con la fida macchina fotografica al collo e si dirige dall’altra parte del costone, dove lo conduce l’istinto.
Un ragazzo accorato esorta i bimbi, che stanno giocando a calcetto sul campo del complesso dell’ex convento dei Cappuccini, ad andare via di lì, perché le fiamme stanno lingueggiando tremende.
Le automobili, che si avventurano incaute per quella scoscesa arteria periferica, vengono fermate dai Vigili del Fuoco, che sono già sul posto e devono lottare contro il vento, vero nemico di giornata, che espande l’incendio a rabidi soffi per gran parte della Lama Balice,
Dovranno rimbalzare da un angolo all’altro di quella creatura naturale per tacitare quell’autentico inferno.
Sempre sulle tracce provvidenziali delle pattuglie della Polizia municipale che si fanno in quattro per affrontare l’emergenza.
Luigi Presicce, anima del SASS, ubiquo e medianico, corre ad anticipare le fiamme e ad avvisare costantemente le forze dell’ordine.
Una bimba chiude gli occhietti, si tuffa fra le braccia della madre e piange, singhiozzando, alla vista di una terribile corona di fuoco che lambisce il muretto di via Berlinguer.
Due uccellini impauriti, sgusciando rapidi, fuggono dal nido dopo che il fuoco in un battibaleno ha scarnificato il loro albero-casa in un tizzone riarso.
Un uomo zompa sul suo trattore e schiaccia e bagna l’erbaccia che infesta la zona più vicina alle prime case abitate.
Un cittadino, sconsolato, guarda il rogo crepitante che rende tutto cenere e si lamenta del fatto che quel tesoro ambientale è divenuto ormai una discarica a cielo aperto, dove viene abbandonato ogni tipo di rifiuto.
“Giuro, non c’è giorno che non arrivi qualche camion a rovesciare di tutto quaggiù, specie oggetti facilmente infiammabili. Un dolore incredibile“, s’amareggia.
Chissà se sapremo mai l’origine di cotanta devastazione, se colposa o dolosa, ma questa è stata l’immane tragedia della Lama Balice…