Si era addormentato sul divano col portatile in grembo, la mano penzolante, gli occhiali sul naso.
Aveva un sonno confuso, urlava: “Quella scena dobbiamo cambiarla!”.
Quel bacio non doveva essere come il resto del film.
Doveva avere il sapore del desiderio di vita, quello tenerissimo dell’amore innocente, di primavera quando basta una camicia e un po’ di brezza marina per essere felice.
Toni aveva una giacca verde a costine di velluto quando entrò e puzzava.
Aveva il tipico odore della naftalina, del chiuso, del vecchio.
In simpatia gli dico: “Ma cos’è sto’ olezzo che ti porti dietro?”
Mi risponde con la sua solita aria scocciata e mi fa: “Il mio ruolo è legato al te-m-po, ai libri ingialliti, alle case profumose di storia e quando devo essere qualcuno, io divento qualcuno”.
Attraversiamo ogni giorno luoghi della perdizione, della confusione e del dissesto interiore.
Eppure c’è un posto in cui ci sediamo, preghiamo in silenzio e non Dio, i santi e la madonna, preghiamo la vita.
E siamo lì, noi e la nostra solitudine, la nostra sofferenza, la nostra malinconica paura.
Della vita ci manca tutto, soprattutto i piccoli gesti che nessuno ci dà più. Basterebbe una carezza, una mano tenuta teneramente e i teneri baci.
Così tra nane, ballerine, prostitute, arrivisti, saltimbanchi e fenomeni da baraccone c’è spazio anche per chi si guarda allo specchio ritrovandosi solo a cercare dentro di sé una bellezza ormai inafferrabile e meravigliosa…
Tutto è coperto da chiacchiericcio e “bla bla bla” di “io” piccini e micragnosi che si avvicendano pur di rosicchiare un po’ di visibilità: carnefici e vittime di loro stessi pieni della mondanità che non coincide mai con l’essere felici.
Ciò che serve è il caro amico che ti fa tornare bambino per non desiderare di scomparire… come quella giraffa che, in quella terra calpestata da non – vivi, sembra trovarsi a disagio: bella e (im)maculata com’è.
Ma la vita non è come al circo o al cinema – sul palco per un Golden Globe -: è tutto sedimentato sotto l’emozione e la paura che teniamo nascosta per non apparire deboli, dall’immenso imbarazzo di essere al mondo.
Le parti importanti, che vivrai sempre negli angoli spigolosi del cuore, restano quelle d’intermezzo tra gioie e dolori: sprazzi d’intatta bellezza, di dolci e teneri baci di quella scena cambiata nell’incubo di un sogno.