Domenica mattina 10 ottobre 2021, mi sono risvegliata nel mio letto, nella mia stanza, nella mia casa e mi è sembrato di aver fatto un bellissimo sogno: il mio Cammino di Santiago. Tutto è cominciato da un’idea, da un’attrazione verso quel luogo, quella esperienza. Ho iniziato ad immaginarlo verso i primi giorni di settembre e, pian piano leggendo guide e forum sui social, ho acquisito tutte le informazioni utili per partire. Così, il 1 ottobre 2021 sono partita col mio zaino (mochila), con la mia conchiglia (concha) simbolo del Cammino e con la credenziale (libretto sul quale apporre dei timbri lungo il Cammino) e all’interno, oltre che all’abbigliamento minimo, ho caricato le mie paure, le mie incertezze e le mie fragilità. Mentre inserivo le cose essenziali nello zaino pensavo anche a quali fossero davvero le cose essenziali della mia vita. Quello che poi è avvenuto sul Cammino ha qualcosa di magico ed incredibile. Il Cammino non mi ha mai fatto mancare nulla, ogni timore veniva superato da situazioni e persone pronte ad aiutare. Sul cammino si viveva in un’altra dimensione, tutti si salutavano e sorridevano, tutti erano pronti a soccorrerti sia materialmente che spiritualmente e non importa se non si conoscevano le lingue straniere perché l’unica lingua che si parlava sul Cammino era quella dell’Amore e della fratellanza. Ogni mattina mi mettevo in cammino con tanti volti e tanti occhi sorridenti che auguravano “Buen Camino!” ed alla fine anche se si parte da soli, da soli non si è mai, e si arriva a destinazione in tanti, tutti insieme, tutti coloro che ogni giorno si incontravano nelle tappe. Ognuno col suo ritmo, ognuno con la sua motivazione, con la sua fede, il suo obiettivo, la sua meta. Il Cammino è un’esperienza che trasforma… me lo confermava Anan, ragazzo lituano di 29 anni partito senza prenotare nulla, con lo zaino in spalla e circa 800 km da percorrere. Mi diceva che quando si esce dalla propria casa, dalla propria zona di comfort e si incontrano difficoltà e paure, è proprio in queste situazioni che si evolve… Me lo confermava Annick, mervigliosa donna di origine francese che si era messa in cammino da Portulete nei Paesi Baschi spagnoli per arrivare fino a Finisterre, sulla cosa oceanica spagnola, percorrendo anche lei tantissimi chilometri, per superare le sue paure e mettersi in gioco. Mi facevano sorridere i fratelli spagnoli Ramon e Marisa che stavano realizzando un sogno che portavano avanti da molto tempo per il piacere di fare l’esperienza e attraversare posti meravigliosi governati da una natura rigogliosa e immutata. Mi commoveva Antonio, meraviglioso uomo, sopravvissuto ad un attentato in Afghanistan, partito anche lui dalla Francia e precisamente da Saint Jean Pie de Port e arrivato a Finisterre con lo zaino di 9 kg sulle spalle e con le lacrime che ogni tanto gli scendevano e gli rigavano il viso. Quando sono arrivata in piazza presso la Cattedrale di Santiago dopo una settimana di cammino, difficoltà varie ma anche momenti di pura gioia e felicità, mi sono commossa tanto e non ho potuto trattenere le lacrime. Il nodo in gola era forte quando sono stata accolta, come tutti i pellegrini, con la musica della cornamusa che entrava nel cuore e si congratulava con te per avercela fatta. Ringrazio Mirella, mia cugina, anche lei precedentemente pellegrina che mi ha scritto: “Grande Mary!!!!!!!!!!!!!!!!che fantastica emozione avercela fatta, fanne tesoro per tutte le volte che dovrai superare altri ostacoli, ricorda sempre il suono della cornamusa”. Sono arrivata a casa col cuore aperto al mondo, con un grande senso di gratitudine e con la serenità negli occhi. Con la voglia grande di costruire un mondo nuovo che abbia l’impronta del Cammino e la stessa struttura della “città- giardino” di Santiago. Le istruzioni ce le ho… mi metto all’opera nel mio piccolo. Consiglio a tutti di mettersi in Cammino e non solo per Santiago ma dentro sé stessi perché le sorprese sono dietro ogni passo.