Lo
scarso rispetto anche delle più elementari norme igienico-sanitarie, talvolta
può dar luogo a infezioni di varia natura.
Al contrario, la scrupolosa
osservanza di certe norme di comportamento ci preserva da qualsiasi rischio.
Le
mani, per esempio, rappresentano il veicolo di infezione per antonomasia, visto
che si tratta di organi prensili e tattili.
Con le mani disimpegniamo tante
operazioni quotidiane, dalle più semplici alle più complesse, ragion per cui
di fronte all’insorgenza di un processo patologico, i medici consigliano di
lavarsi spesso le mani.
E’
buona norma, inoltre, detergere le mani prima di sedersi a tavola e dopo l’uso
dei servizi igienici, evitare di rosicchiarsi le unghie, un malvezzo molto
comune specie nei ragazzi, abituare i bambini a non mettere le mani in bocca.
Insomma,
prevenire, come si dice, è meglio che curare. Uno slogan sempre di attualità,
ma spesso disatteso proprio laddove si dovrebbero porre in essere tutte le
misure, atte a tutelare la salute dei consumatori.
Ci
riferiamo a quegli esercizi commerciali della nostra città, una minoranza per
fortuna, in cui si sorvola sull’uso dei guanti. Ne consegue che in questi
posti, si maneggiano soldi con la stessa disinvoltura con cui si manipola tutto
ciò che è commestibile. Nulla di più disgustoso, tenuto conto che il denaro
transita – sì, è questo il termine “ad hoc” – attraverso mille mani, dalle più
pulite alle più sozze.
Si sbaglia, pertanto, chi considera i guanti un optional
e, quindi, qualcosa da cui poter prescindere.
D’altronde, sono molto pratici,
nel senso che la loro utilizzazione non comporta perdita di tempo
nell’espletamento del proprio lavoro, né incidono in maniera notevole sui costi
di gestione.
Se è vero che non esiste alcuna norma che faccia obbligo all’uso
dei guanti, è anche vero che in questi casi è auspicabile che sia il buon senso
a prevalere.
A beneficiarne saranno tutti, consumatori e non.
Nel terzo
millennio è una questione culturale di prevenzione.