Dalle
11,15 di ieri c’è un nuovo caduto bitontino che riposa nel monumento
cimiteriale dedicato a tutti i nostri concittadini – circa 400 –
che hanno perso la vita nella Grande guerra.
Lui è
Francesco De Biase. Chi è? Un ragazzo nato nel 1895 da Antonio De
Biase e Maria Noviello che giovanissimo, a soli 20, viene strappato
alla vita comune per andare a combattere sul fronte. Viene assegnato
al 68esimo Reggimento di fanteria in territorio dichiarato stato di
guerra.
E il
21 novembre 1915 trova la morte in quel di Sagrado di Isonzo,
gettandosi per primo contro il fuoco dell’artiglieria nemica.
Il suo
gesto, anni dopo, gli varrà la medaglia di bronzo al valore
militare. La presenza nel libro “Il glorioso olocausto bitontino
sull’ara della patria”. L’intitolazione di una strada – nel
2009 – dopo anni di attesa e lotte dei parenti. Una seconda
sepoltura, ieri, nel posto dove più merita di stare, lasciando la
cappella della Madonna del Rosario.
La
cerimonia di traslazione è stata voluta dal comitato “Bitonto
onora i suoi caduti”, nonché dai familiari di Francesco, il
nipote Franco in primis.
A
onorare il caduto nostrano le autorità militari (c’era anche una
delegazione del reggimento barese della Brigata Pinerolo con tanto di
omaggio di tricolore), le forze dell’ordine cittadine con relative
associazioni, i rappresentanti istituzionali cittadini, regionali e
nazionali, la famiglia De Biase, cittadini comuni.
Presente
anche don Vito Piccinonna, rettore della basilica Santi Medici, che
ha curato la prima parte della mattinata, il momento religioso.
“Francesco
deve essere un esempio – ha
ricordato il giovane parroco – perché ha sacrificato la
vita per il bene della Patria, un bene più grande, staccandosi dagli
interessi personali”.
I
pensieri di tutti erano comuni, ieri: la guerra ha rotto quella
quotidianità della vita che si trascorreva in quegli anni. Eroi,
patria. Esempi da seguire.
Anche
quando ci si è spostati dinanzi al monumento dei Caduti,
all’ingresso monumentale del cimitero.
“De
Biase – è stato il messaggio del sindaco Michele Abbaticchio –incarna quei valori che mai dobbiamo dimenticare, e bisogna
ricordare quelle famiglie colpite dalla perdita di questi eroi”.
Sulla
stessa scia il pensiero di Francesco Cariello, deputato Cinque stelle
(“il nostro caduto Francesco vive in eterno”), Domenico
Damascelli, consigliere regionale (“è un momento dall’altissimo
valore etico e morale, e deve essere un monito a ricordare ogni
giorno i nostri ragazzi caduti in guerra”), Giovanni Procacci,
già senatore (“Francesco De Biase è simbolo di unità e
speranza”).
Il presidente del comitato “Bitonto onora i suoi caduti” Cataldo Naglieri, invece, ha invitato a fare qualcosa in più per ricordare i caduti al fronte. Intitolazioni di strade e piazze, per esempio.
Perché non iniziare dal dedicare una via cittadina ai Caduti di tutte le guerre?
Eccola,
poi, la traslazione.
I
resti del nostro valoroso concittadino – presenti in un’urna
avvolta dal tricolore – adesso riposano accanto agli altri eroi
bitontini.
E,
forse, è giusto che sia così.