Maguette Niasse Pape aveva 26 anni e lo scorso 5 novembre ha perso la vita, assieme ad una ragazza 30enne di Taranto, a seguito del crollo di alcuni palazzi nel centro di Marsiglia.
I soccorritori hanno ritrovato i documenti del giovane che era stato ospite del Centro di Accoglienza Straordinaria di Corato e dello Sprar “Auxilium” di Bitonto fino allo scorso febbraio ed era andato a Marsiglia per riabbracciare suo fratello e trovare un po’ di fortuna.
Nel centro Sprar di Bitonto per giorni è calato il silenzio tra gli operatori che erano molto affezionati al giovane senegalese.
La sua vita in Senegal è stata davvero complicata. “Vivevo con mia nonna, che ha 113 anni perché i miei sono separati – raccontava lui durante un’intervista rilasciata al Cas di Corato -. Una delle poche cose che mi rende felice è sentire mia madre al telefono. Lei spesso accoglie in casa i miei amici di infanzia, così ogni tanto riesco a sentire anche loro”.
«Nel suo Paese vendeva utensili per aiutare la sua famiglia – composta da due sorelle gemelle e un fratello, tutti più piccoli –. Dopo l’esperienza da ambulante, provò ad aprire un negozio di utensili e ceramiche, ma il sindaco di Dakar era contrario a questa attività, tanto che ci avrebbe realizzato un parco – raccontano gli operatori dello Sprar “Auxilium” –. Per questo Maguette fu costretto a scappare da quella terra per continuare a provvedere al sostentamento della famiglia».
Un viaggio estenuante fatto verso l’Italia a maggio 2016, attraversando il Burkina Faso, Niger e Libia, fino a giungere nel Cas di Corato. Qui assieme ad una giovane artista lituana ha partecipato al progetto di pittura “Corato casa mia”, imparando le tecniche pittoriche più comuni: «Era entusiasta di questo progetto – commentano ancora gli amici dello Sprar – e nel suo alloggio di via Cesare Battisti qui a Bitonto ci aveva lasciato diversi suoi quadri. Spesso ci diceva di volerci ritrarre e gli avevamo anche proposto una bella mostra: ma come tutti gli artisti veri, non si sentiva pronto per una cosa così importante».
«Aveva un animo molto sensibile, sempre educato, rispettoso, attento per la vita di ognuno di noi – aggiunge un’altra operatrice -. Con gioia e voglia di imparare aveva fatto anche dei corsi e conseguito degli attestati come saldatore e pizzaiolo, l’arte era per lui un hobby, ciò che gli interessava era lavorare per aiutare la sua famiglia lontana e in difficoltà. Persino i viaggi in auto con lui per lasciare i curriculum o per delle commissioni, non erano mai banali: si creava una speciale empatia che lo faceva sentire vicino alla propria anima. È stato per noi, quindi, un grande amico e siamo rimasti tutti sconvolti per la notizia della sua morte».
Il 20 novembre, alle 16.45 durante la giornata “Bitontini venuti da lontano“, organizzata dal Comune di Bitonto, in cui si conferirà la cittadinanza simbolica ai minori stranieri residenti a Bitonto, sarà dedicato anche un momento di preghiera a Maguette con don Gianni Giusto.