“Ciò che voglio più di tutto è che ognuno di noi riesca ad amare, ad amare senza falsi nomi, senza timori perché quando vivi di ciò che il cuore sogna, allora non riesci a guardare ciò che c’è là fuori. Ti basta il tuo posto. Ti basta la luna, ti bastano le stelle, ti basta il cielo. Il cielo che è lo stesso per tutti e cambia, cambia costantemente come l’arte, come l’amore. Si può smettere di soffrire, si può smettere di odiare, si può smettere di ingannare, ma di amare e di fare l’arte quello mai”.
Quando le luci del Teatro Traetta si spengono e la magia prosegue nei cuori di dolci sognanti, succede che alcune parole continueranno a risuonare nella testa, come queste tratte dal monologo finale di “Bovary 2000” andato in scena lo scorso sabato.
Il messaggio della settima produzione del regista Piergiorgio Meola ritrae alla perfezione l’essenza di Okiko The Drama Company, un groviglio di vite ed emozioni abbracciate da un teatro di cui non si riesce a far a meno e che vede dei ragazzi crescere, stupire il pubblico, amare.
“Bovary 2000” è un teatro nel teatro, colmo di intrighi come quelli che uniscono i protagonisti Yvette Violette (Rosa Masellis) e Amandines/Emma de Beauvoir (Alessia Ricciardi), tinto di rosso come la passione, la sensualità, la seduzione di corpi danzanti come quelli di Alana (Valeria Summo), Samantha (Carmen Toscano) e Clorinda (Stefania Sannicandro), come l’amore di Mark (Emanuele Licinio) per l’arte trasmesso dalla mamma Madame Bovary (Teresa La Tegola) o per Yvette o di Louise Balty (Giuseppe Visaggi) per Monsieur Jean (Michele D’Amore).
Un teatro fatto di specchi che, come consiglieri silenti riflettono segreti, cambiamenti e realtà molto attuali.
L’amore è certamente il filo rosso della compagnia Okiko e questa volta ha assunto una tinta più forte per via di un tradimento che ha reso Amandines, uno dei personaggi, assetata di vendetta nei confronti di una delle più belle ballerine del Bovary 2000, Yvette, e protagonista di una inaspettata rinascita oltre che riscoperta di sé stessa, forse di un lato rimasto sempre nascosto nel fondo della sua anima.
Ancora più attuale, è la tematica gender toccata sensibilmente e accuratamente dall’attore Giuseppe Visaggi, che con perizia ha cucito su di sé il personaggio di Louise Balty e ha portato in scena una storia di coraggio e d’amore per sé stesso e per l’altro.
Sottile è il confine tra il palcoscenico del Bovary e la vita al di fuori di esso come quello tra una maschera e un volto che porta su di sé i segni di tanta vita. Probabilmente non v’è neanche. Quel che l’arte infonde è la voglia di riscoprire la propria anima che è colorata da mille sfumature e ciascuna di esse la si finisce per amare, mostrare.
È quello che hanno dimostrato i ragazzi di Okiko che hanno raccontato ai nostri taccuini la loro esperienza come una grande sfida che li ha messi a dura prova. Nei loro occhi si è letta fierezza, ma soprattutto tanta emozione e voglia di proseguire nel loro percorso attoriale.
«Ricordi Okiko? Eri un personaggio dei miei fumetti, dei miei disegni, il me di un futuro che sembrava lontanissimo e riuscivo a vedere in maniera molto malinconica –significativo il bilancio tratto dal regista-. Sceglievi di scappare da tutto e tutti per rincorrere i tuoi sogni. Lì non eri più il sognante Kioko, ma cambiavi, trasformandoti in qualcun altro. Ma non sei fuggito da nulla, sei rimasto».
«Hai scelto. Hai trovato l’Amore, il tuo equilibrio, hai realizzato ogni tuo sogno. Ed ora sei qui, che combatti, mai da solo. Sei parte di me Okiko e combattiamo insieme. Non c’è più nessun fantasma, non c’è più alcuna distanza dal tuo cuore, hai capito fino in fondo che per essere felice non devi per forza allontanare tutto. Per questo posso solo dirti grazie».
Okiko, oggi, è un fabbricante d’arte che riesce ad arrivare al cuore di chi lo incontra come quello del nuovo componente della compagnia Aldo Corrado, che in Bovary 2000 ha perfettamente ricoperto il ruolo di collaboratore di scena, o di chi c’è da sempre come la coreografa Noemi Farella, gli hair stylist Mimma D’Aucelli e Nico D’Egidio, le make up artist Valentina De Leo e Maria Cristina Stecchi.