Prosegue il ciclo di interviste esclusive del prof. Giuseppe Urbano ai protagonisti della cavalcata del Bitonto capolista del girone H di Serie D. Dopo mister Taurino e il presidente Rossiello, questa volta è toccato sottoporti alle domande virtuali e a distanza al portiere Antonio Figliola, classe ’99 ed estremo difensore di quella che è a tutti gli effetti la porta meno violata in tutta Europa: solo dieci gol subiti dal Bitonto e per Figliola anche il contributo ad aver portato a poco più di 880 minuti il record di imbattibilità della porta neroverde.
Insomma, un guardiano giovane ma di sicuro affidamento. E che ha scritto per sempre il suo nome nel calcio bitontino e non solo.
Ciao Antonio e ben ritrovato. A quanto pare, la quarantena più “stringente” è giunta al capolinea, tu come hai occupato il tanto tempo libero creato dalla lunga assenza di allenamenti e partite ufficiali?
“Ritrovarsi in questa situazione all’improvviso non è stato affatto facile, per questo ho cercato di tenermi comunque impegnato pur stando in casa. In questo lungo periodo mi sono allenato quasi tutti giorni, ho avuto più tempo da dedicare agli studi universitari, ho guardato molti film e sono sempre stato in contatto con i miei amici”
Maggio 2019. Seduti davanti ai nostri caffè, si parlava a caldo di eventuali rimpianti per una corsa playoff interrottasi sul nascere, in quel di Taranto. Maggio 2020: quali sono le tue sensazioni sportive a freddo, stavolta, alla luce di quanto fatto dal Bitonto (finché si è giocato) e in vista dei prossimi incontri federali che dovrebbero sentenziare definitivamente la stagione agonistica 2019-2020?
“Riguardando ciò che abbiamo fatto fino a quando si è giocato, c’è solo da essere molto molto orgogliosi. In un campionato così difficile e con più di una squadra blasonata, è stato ancora più complicato mantenere per tanto tempo la vetta della classifica e noi ci siamo riusciti fino all’interruzione. Sapevo che avremmo fatto bene perché la squadra è stata costruita per far meglio della già positiva stagione precedente, ma a metà circa del girone d’andata, dopo vari scontri diretti, ho avuto la chiara percezione, come una conferma definitiva, che ci saremmo potuti imporre davanti a tutti per il resto del campionato. La nostra forza è stata la continuità, siamo stati praticamente sempre davanti imponendo il nostro gioco. L’unico rammarico è quello di aver fatto qualche ingenuo passo falso di troppo, ad un certo punto del campionato, ma è plausibile considerando i molti campi ostici del nostro girone, dove si sono ‘fermate’ quasi tutte le big”
In una recente intervista rilasciata per il sito www.tuttocalciopuglia.com, hai dichiarato che gli innumerevoli complimenti ricevuti (anche su scala nazionale, non dimentichiamolo) per la straordinaria stagione, a livello di numeri individuali, diventerebbero “inutili” se il Bitonto non dovesse vincere il campionato. A tal proposito, vi sentite in un certo senso già i vincitori morali del torneo? Secondo te, siete o no la squadra che meriterebbe maggiormente, ad oggi, la promozione diretta in C?
“Sarebbe bello concludere il campionato sul campo, purtroppo sappiamo che la situazione è complicata e sarà difficile riprendere nell’immediato. Sono decisioni delicatissime, quelle che verranno prese tra qualche giorno dalla Lega, e chi di dovere dovrà cercare di accontentare tutti… Dalla nostra abbiamo il campo che parla: siamo primi dalla chiusura del girone d’andata, quindi, nel caso venissero sancite promozioni e retrocessioni causa ‘sospensione definitiva dell’attività agonistica’, penso sia assolutamente lecito far salire tutte le attuali prime classificate nei nove gironi di Serie D”
Volendo invece allestire la meritata vetrina del portiere-saracinesca neroverde, Antonio Figliola, quale partita e quale intervento in particolare entrerebbero di diritto nel “best of” personale di questa stagione? Personalmente, ricordo bene un Francavilla – Bitonto (prima giornata, ndr) dove ti sei esibito in un paio di autentici prodigi…
“Sono contento di ciò che ho fatto e di essermi reso protagonista di alcuni interventi importanti ma, a livello di prestazioni personali finalizzate al bene supremo della squadra, il momento più importante della stagione credo sia stato il rigore parato contro la Nocerina in trasferta. Venivamo da due sconfitte consecutive (Fasano e Agropoli, ndr), io ero reduce da un periodo un po’ particolare e, in quell’occasione, il rigore era stato procurato proprio da me, sullo 0-0… Penso che per un portiere ci siano degli episodi-svolta che possano aiutare ad incassare grande sicurezza e fiducia nei propri mezzi, da cui attingere durante tutto il corso della stagione. Quello di Nocera Inferiore lo è stato sicuramente, visto che abbiamo poi vinto 0 a 2 e non abbiamo più perso per altre 18 partite di fila…!”
Al contrario, quali sono state le “contro-prestazioni” che proprio non sei riuscito a dimenticare?
“A Sorrento e in casa contro il Cerignola avrei potuto far meglio, in occasione dei due gol subiti. Non si è trattato di errori individuali gravissimi, ma erano due momenti importanti per la squadra ed io sono un perfezionista sempre molto autocritico. A Sorrento venivamo dalle famose otto partite consecutive senza subire reti, eravamo in vantaggio su di un campo mai espugnato prima da nessuno e mi ero ben disimpegnato nelle situazioni delicate fin lì verificatesi. Ma quella botta su punizione, seppure potente, va parata perché è sul mio palo… Contro il Cerignola sono stato poco reattivo, sia prima della conclusione non irresistibile di Rodriguez sia in fase di giro palla, quando sarei dovuto restare più vicino alla linea della difesa”
Facci i nomi degli avversari più temibili che ti sei ritrovato di fronte, in campo, quest’anno. I “piedi caldi” con la fama di veri e propri spauracchi per ogni portiere…
“Come ho già detto prima, questo è stato un campionato bellissimo, pieno di squadre e giocatori forti, penso che le prime 5-6 della classifica abbiano tutte attacchi importanti ma, come abbiamo dimostrato sul campo, l’attacco più forte è stato il nostro. Se dovessi fare dei nomi, oltre i nostri attaccanti che mi impegnano tanto durante la settimana, direi lo stesso Rodriguez del Cerignola e Genchi del Taranto”
Lo staff di mister Taurino che si prende cura di voi portieri è più da bastone o da carota? Ho assistito a sessioni di allenamento “divertenti” e durissime allo stesso tempo, quest’anno…
“Lo staff è una componente fondamentale, se si vuole fare bene e quest’anno siamo stati molto fortunati, sotto questo punto di vista. Abbiamo lavorato bene e nessuno non ci ha mai fatto mancare niente. Io personalmente mi sono trovato bene con tutti, in particolare, con mister Iurino, Zinfollino e i portieri della Juniores abbiamo creato un ‘gruppo portieri’ sano che ci ha permesso di lavorare in tranquillità e crescere molto individualmente”
È ormai da tempo che vengono ad osservarti emissari di club professionistici, non è una grande novità questa… Ma, in tutta onestà, ti senti già pronto, completo, maturo per il grande salto oppure ci sono dei fondamentali tecnici o mentali su cui hai ancora da lavorare e migliorare?
“In questi anni ho sempre cercato di lavorare e impegnarmi giorno per giorno, senza pensare molto al futuro perché c’è il rischio di non concentrarsi abbastanza sul presente. Dopo tre campionati di fila in D è ovvio che abbia voglia di provare a farmi valere in categorie superiori, anche se il passo è molto difficile. Allo stesso tempo conosco i miei limiti e so che posso crescere ancora sia dal punto di vista fisico che tecnico, mentre dal punto di vista mentale e del temperamento mi sento abbastanza pronto. Magari riuscirò a realizzare questo sogno proprio con il Bitonto…”
Chiudiamo la nostra chiacchierata uscendo un attimino dal campo. Sul gruppo WhatsApp dei calciatori neroverdi, chi è il “giullare” che più ha contribuito a rendere meno pesante questi due mesi circa di stop forzato?
“Abbiamo un bel gruppo e siamo restati sempre in contatto, abbiamo scherzato tutti insieme anche durante questa quarantena e devo dire che Silvio (Merkaj, ndr) è il nostro showman, con le sue imitazioni… Ultimamente, abbiamo anche svolto un allenamento di squadra in video-collegamento che ci ha permesso di rivederci e divertirci un po’. È stato piacevole!”
Oggi, 1° maggio, si celebra la Festa dei Lavoratori. Eppure sappiamo fin troppo bene che molti lavoratori italiani, meridionali, bitontini sono ora in difficoltà, per colpa del terremoto sociale innescato dal maledetto virus. Per te, lo Sport potrà contribuire in qualche modo ad aiutare le persone più tristi e preoccupate?
“In questa situazione difficile, purtroppo, lo Sport passa giustamente in secondo piano. Con le tante vittime che si sono state e le problematiche all’orizzonte è forse un po’ banale parlarne oggi, però, sappiamo tutti che il Calcio è una tradizione sociale radicata, per il nostro Paese, oltre che una delle principali passioni sportive degli italiani, quindi al momento opportuno, nonostante sarà difficile riprendere sul campo prima della prossima estate, penso sia giusto far ripartire tutto il movimento (prendendo ogni precauzione possibile) anche per la gioia dei tifosi…”