Una rievocazione storica è normalmente una specie di quadro in movimento che vede sfilare – non senza pericoli di puro folclorismo autoreferenziale – personaggi, cose ed animali nel mezzo degli spettatori fermi ai lati ad osservare. Non è questo che abbiamo ritrovato nella Antica Fiera di San Leone – Edizione Anno 0, rievocazione lancio tenutasi nella Villa Comunale di Bitonto nel pomeriggio di sabato 11 maggio data derivata dal rinvio per maltempo rispetto a quelle del 6 e del 7 aprile originariamente previste in coincidenza proprio con la data di apertura di quella che per secoli fu una delle più famose tra le 230 fiere medievali che si tenevano nel Regno di Napoli tra aprile e settembre, al punto da essere menzionata sin dal Trecento in una celebre novella del Decameron di Giovanni Boccaccio. Non che anche in questa rievocazione sia mancato il consueto corteo, secondo la tecnica ben rodata di interpreti in costumi d’epoca accompagnati da timpanisti e danzatori – poiché, anzi, le sfilate sono state due, quella inaugurale e quella di metà serata, animate anche con il pregevole apporto dei musici di “Terra Grumi”, di “Odor Rosae Musices”, dei “Figuaranti di San Nicola” e di “Nundinae”, gruppi riecativi pugliesi di consolidata esperienza, provenienti da Grumo, da Grottaglie, da Bari e da Gravina – ma da subito è emersa una diversa impostazione rispetto al solito, incentrata sull’idea che a muoversi dovesse essere il pubblico per poter godere di una passeggiata indietro nel tempo e poter scegliere liberamente o con l’ausilio di guide in costume il momento e la situazione rievocativa sulla quale soffermarsi nel corso della serata nell’ambito della variegata offerta di eventi, spettacoli, musiche, tradizioni, stili di vita, abitudini, spaccati di vita quotidiana proposta dagli organizzatori.
E così gli avventori, passando sotto la portabandiera all’entrata della Villa, hanno potuto di volta in volta scegliere di vivere, entrandovi in alcuni casi finanche a farne parte, la rappresentazione plastica di momenti di grande e piccola storia locale medievale svoltasi a ridosso di questa Abbazia millenaria e della sua storica fiera in particolare tra i XIV e il XV secolo, epoca di dominazione angioina.
Elenco delle attività:
II. Pesi e Misure. Scuola superiore di primo grado De Renzio. Rappresentazione di scenette di vari momenti fieristici dell’anno 1445. Tra i banchi espositivi di una fiera di San Leone di qualche secolo fa, i ragazzi interpretano negotiatores, madamigelle, cavalieri e giudei realmente esistiti nel passato della nostra città, i cui nomi sono riportati in antichi atti notarili.
III. Quiz storici “Pinte di Storia”. L’associazione di Bari “Pinte di Storia” ha creato una postazione dedicata ai viandanti che avessero voglia di giocare con la storia e scoprire curiosità sui personaggi del nostro territorio.
IV. Danze. La rotonda è stato lo spazio dedicato alle danze medievali. Hanno ballato sia gli studenti del liceo classico C. Sylos, che il gruppo delle Nundinae.
V. Il racconto del menestrello. Liceo Classico e Linguistico “Carmine Sylos”. Il racconto scenico del menestrello viene dal “Chronicon” di Domenico da Gravina, su di un fatto bellico avvenuto proprio nel campo della fiera a metà del Trecento (la lotta tra Giovanna I d’Angiò e il re Luigi d’Ungheria per il dominio del Regno di Napoli).
VI. Matrimonio quattrocentesco. Liceo Classico e Linguistico “Carmine Sylos”. Rappresentazione di un matrimonio del 1450 quando il ricco mercante bitontino Cristoforo Lillo sposa la figlia del mercante fiorentino Matteo Ottaviani, assiduo frequentatore della fiera di San Leone per molti anni nel corso del XV secolo, così suggellando le proficue relazioni commerciali tra le due famiglie e tra regioni d’Italia molto distanti tra loro.
VII. Novella decima della nona giornata del Decameron. Liceo Classico e Linguistico “Carmine Sylos”. In scena proprio la famosa novella del Boccaccio in cui viene citata Bitonto e la fiera di San Leone.
VIII. Accampamento medievale e il medioevo tra i bambini. Squarci di vita quotidiana dell’epoca medievale in una zona gestita con attenzione ad ogni dettaglio dall’Associazione bitontina “Impuratus” per saggiare le usanze mercantili dell’epoca, le tecniche di scrittura, di lavorazione dei filati, gli strumenti per duellare e quelli per lo svago musicale. Nella stessa zona i rievocatori di “Impuratus” hanno giocato anche coi bambini della scuola elementare Cassano.
IX. Degustazioni di piatti e pietanze medievali e assaggio di vini.
X. Mercatino di artigianato locale. Confartigianato Bitonto UPSA. A margine della fiera anche un vero mercatino di prodotti artigianali.
L’Antica fiera di San Leone, coordinata dal direttore artistico Cristiana Francesca Toscano, promossa e gestita in primis dall’Associazione “Articolo ventiquattro” (associazione bitontina per il sociale), in collaborazione con il Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto, non vuole essere solo un quadro in movimento, ma piuttosto una esperienza totale. Esperienza anche dei sensi (l’amore, lo svago, l’abilità commerciale, il piacere della musica, l’acutezza artigiana e quella delle strategie belliche), nel quale il visitatore è stato invogliato ad immergersi – non soltanto in senso figurato – immergendosi tra i suggestivi viali di questo scenario naturale della villa comunale di Bitonto ed esso stesso fedele alla storia da rappresentare (il campo dove per secoli si è tenuta la fiera di San Leone è proprio la Villa Comunale).
La gente accorsa in gran numero anche da fuori Bitonto ha mostrato generalmente di gradire e dunque l’esperimento può dirsi riuscito, magari anche da implementare – visto che l’obiettivo degli organizzatori per quest’anno era quello di introdurre e ricordare alla città una tradizione che vuole ripetersi negli anni futuri, entrando a far parte – magari – delle fiere rievocative medievali del sud di Italia. Tempo (metereologico) permettendo… perché l’unica vera nota stonata – a parte qualche sbavatura iniziale del service – è stata l’inclemenza metereologica che dopo aver determinato il rinvio di aprile, ha anche inciso sul programma dello scorso fine settimana costringendo gli organizzatori a concentrare tutti i momenti nel pomeriggio e nella serata del sabato.
Tutto è stato svolto con la consapevole scelta di metodi e forme comunicative intriganti, per quanto rigorose nella loro fedeltà alle fonti, compatibili con la presentazione ad una platea vasta secondo il sommesso intento di cogliere in queste rievocazioni l’occasione per provare a portare la cultura e la conoscenza fuori delle aule scolastiche e delle aristocrazie accademiche.