La discarica di materiali ferrosi della Fer.Live non s’ha da fare. A dirlo è il Consiglio di Stato che ieri ha posto la parola “fine” alla lunga vicenda respingendo il ricorso dell’azienda e condannando la società Fer.Live al pagamento delle spese di giudizio in favore delle parti costituite nella misura di 5mila euro per ciascuna di esse, per un totale di 20mila euro, oltre agli accessori di legge.
«La ratio della disposizione in esame – che è quella di dotare la nazione di una adeguata rete di impianti di smaltimento dei rifiuti superando le fisiologiche lungaggini insite nell’acquisizione di atti di assenso da parte dei molteplici livelli di governo territoriale (anche di natura espropriativa) – non consente di alterare la gerarchia dei valori che si compongono nella gestione del territorio e che vedono collocati al più basso gradino di una scala ideale, dal punto di vista spaziale e funzionale “quelli compendiati dalla pianificazione urbanistica comunale» sostiene la sentenza del Consiglio di Stato, che ricorda che «la Regione è l’unico soggetto competente a provvedere all’eventuale progetto con efficacia di variante urbanistica di cui all’art. 208 del d.lgs. n. 152/2006, non avendo la stessa Amministrazione delegato, insieme a quelle ambientali, le funzioni urbanistiche».
Sempre secondo il parere del Consiglio, la Provincia non avrebbe mai potuto derogare, ai sensi del citato art. 208, ai divieti di localizzazione dell’impianto e della annessa discarica in area non industriale, ma agricola, previsti dal PRGRS, oltre che la classificazione dell’area come Ambito Territoriale Esteso di tipo C indicata dal PUTT, consentendo la realizzazione di un impianto per il trattamento ed il recupero dei metalli da rifiuti con annessa discarica per l’abbancamento di due milioni di metri cubi di rifiuti.
Dopo anni di lotte, quindi, svanisce definitivamente l’incubo di una discarica potenzialmente pericolosa ed inquinante. È una vittoria per chi in questi anni, attraverso comitati sorti a Bitonto e Terlizzi, ha informato la cittadinanza, ha raccolto firme e ha richiesto l’intervento di politica e istituzioni.
Ad esprimere entusiasmo è Rosa Lauta, presidente del Comitato “Ambiente è vita”, che in questi anni ha lottato contro il rischio della discarica Fer.Live: «È una grande vittoria. Il Consiglio ci ha dato ragione anche sulla base di tutta la documentazione che abbiamo presentato. Questo per smentire alcune critiche di cui, nei mesi scorsi, siamo stati oggetto».
Ma, nonostante la vittoria, il Comitato promette di continuare la sua battaglia per l’ambiente e la salute dei cittadini, impegnandosi anche su altri fronti, perché, come conclude Lauta, la ragione d’esistere non viene meno con la chiusura del caso Fer.Live.
Sulla vicenda si è espresso anche il sindaco Michele Abbaticchio, che aveva manifestato parere negativo sulla discarica: «Revocammo un parere positivo della precedente amministrazione, abbiamo fatto ricorso al tar e vincemmo. Dissi subito che queste partite si vincono in tribunale e abbiamo scelto il migliore in questo temi. Ringrazio il prof Vincenzo Caputi Jambrenghi e tutta la mia coalizione, per avermi sostenuto in questi momenti così difficili. Ed un pensiero a tutti i dirigenti all’urbanistica da noi nominati, da Ezio Turturro in poi, che hanno coraggiosamente sostenuto una linea dura ma giusta. Quando ho saputo la notizia tenevo per mano mia figlia. Ha sette anni, ma ha capito tutto quando mi ha visto piangere: sono felice che lei non avrà le discariche che abbiamo vissuto noi nella sua città».