Ciò che stiamo per raccontarvi è successo quasi un mese
fa, ma il cittadino aggredito, solo a distanza di tempo, in seguito agli ultimi casi di cronaca, ha espresso la volontà di narrare la sua esperienza alla carta
stampata.
«Erano
le tre di notte di un giorno infrasettimanale, circa un mese fa –
per l’appunto -, quando, per il baccano
continuo derivante dai due locali sotto casa mia, non ce l’ho fatta più e mi
sono affacciato per chiedere un po’ di pace agli avventori un po’ troppo
“allegri”. Una parola tira l’altra e mi sono ritrovato in strada a rispondere
agli insulti che mi stavano arrivando e nel bel mezzo di una zuffa. Ci hanno
separati altri cittadini e le Forze dell’Ordine sono arrivate solo dopo mezz’ora, quando ormai
tutto era finito».
Ma qui comincia un altro piccolo capitolo: «All’arrivo della Polizia ho chiesto di
poter visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza per poter
verificare come fossero andati realmente i fatti – spiega il cittadino -, ma questi mi risposero che soltanto dopo
una denuncia formale in Commissariato sarebbe stato possibile ciò. Così il
mattino seguente mi reco lì per l’esposto, ma per ironia della sorte mi
comunicano che in realtà le immagini le avrebbero dovute prendere gli agenti
intervenuti la notte prima, insomma un nulla di fatto».
E questo non è l’unico caso: «Ebbene sì, mi sono interfacciato anche con le autorità dell’Arpa, per
far fare delle verifiche decibel nel centro storico dove il limite è 80 db (nel
resto d’Italia nelle zone industriali è di 75 db) e mi hanno detto che non
potevano intervenire perché non è stata fatta una zonizzazione, quindi
sarebbero dovuti intervenire i tecnici che, però, hanno ancora una volta
rimandato la responsabilità all’Arpa. Un gatto che si morde la coda».
Tra le città monitorate le peggiori sono Milano, Napoli
e Pescara per il periodo notturno, tutte e tre al di sopra di 70 decibel contro
i 50 previsti dalla legge nelle aree che prevedono abitazioni, uffici e
attività commerciali. Infatti i 70 decibel sono consentiti solo in aree
esclusivamente industriali.
Solo con la LEGGE REGIONALE 12 febbraio 2002, N. 3, il Comune
interessato può concedere deroghe su richiesta scritta e motivata, prescrivendo
comunque che siano adottate tutte le misure necessarie a ridurre il disturbo
sentita la ASL competente.
In tutto ciò il nostro concittadino ha preso anche
provvedimenti più “forti” scrivendo al sindaco, alle Forze dell’Ordine, al
Prefetto in maniera formale.
«A rispondermi è stato solo il Prefetto, che
nella missiva mi ha invitato a sollecitare le autorità locali a darmi delle
risposte, da cui però ancora attendo un segno: questo è un reato di omissione non
motivata d’atti d’ufficio».
«Sono
passati tre anni ormai e in molti mi hanno detto: “Guarda il lato positivo, la
tua casa ora ha acquisito molto valore”, in realtà, nonostante appartenga alla
mia famiglia da tempo ora sto pensando addirittura di venderla. Si è occupata
una strada carrabile con tavoli, tavolini, sedie e piante e non sono più libero
nemmeno di passare di lì tranquillamente, né tanto meno di dormire serenamente
a tarda notte, d’estate, con le finestre aperte»,conclude sconsolato.