La notizia non poteva passare inosservata, perché riguarda l’ennesimo caso di disperazione e di disagio sociale (http://bit.ly/2w0Sn4y).
Era la vigilia di Ferragosto, e alcune famiglie hanno occupato abusivamente parte dei locali dell’Istituto “Maria Cristina di Savoia”. L’identikit di questi nuovi ospiti, fatto dai carabinieri, non è da sorridere: si tratta di tre donne con un un totale di sei minori a carico, senza un’abitazione e con uno sfratto alle spalle.
Il loro disagio è stato preso in consegna dal presidente dell’Azienda servizi alla persona stessa, Vito Masciale, e dai Servizi sociali del Comune, che avrebbero anche offerto soluzioni alternative come il trasferimento in altre strutture. Proposta, però, rifiutata seccamente più di una volta, anche perché convinti che il “Maria Cristina di Savoia” sia di proprietà comunale, e di non poter migliorare la loro difficile situazione economica e lavorativa.
La situazione, però, si è evoluta nelle ultime ore. Stando a quello che trapela da Palazzo Gentile, nessuna delle tre donne avrebbe ricevuto una lettera di sfratto esecutivo, e ciò significa che, con gli aiuti e le agevolazioni già di cui già usufruiscono (contributi servizi mensa per i bambini, assistenza domiciliare educativa, contributo per i nove mesi di fitto), in base al vigente Regolamento comunale, si potrebbe scongiurare l’incubo sfratto addirittura per otto-nove mesi.
Dal Settore dei Servizi sociali, nel frattempo, è quasi pronta – lo sarà questa mattina -, una relazione completa di tutte le agevolazioni e le soluzioni che dal Comune stanno mettendo in campo, e da consegnare anche al Tribunale dei minori.
Già, perché le signore, con la loro occupazione abusiva e i loro comportamenti, rischiano di perdere i figli, anche se l’ultima parola spetta al giudice competente.