La storia nasce su Facebook, ma solo perché il social è l’agorà contemporanea. Dal momento che la vicenda ha qualcosa di antico nel suo divenire. Un giovane, residente nella frazione di Mariotto – fascinosa e ben salda nella sua storia- deluso dalla politica odierna, scrive ad un uomo che ne è stato protagonista nel passato, recente e meno. È un grido di dolore che non può rimanere inascoltato. Così, puntuale arriva la risposta di Vincenzo Fiore, che pubblichiamo integralmente.
Facciamo rivivere Mariotto
Quando la rappresentanza politica latita, occorre che, dal basso della società reale, emerga, e anche in fretta, una forza creativa che dia nuova spinta emotiva alla Politica con la P “molto” maiuscola, anche se l’individualismo e il personalismo, che caratterizzano all’ennesima potenza l’attuale momento storico nelle sue varie sfaccettature, potrebbero far apparire fuoco fatuo e inutile l’affannosa ricerca di una Politica solidale e partecipativa e tutti gli sforzi per raggiungerla.
Eppure non bisogna demordere e, soprattutto, non lasciarsi prendere dallo scoramento per evitare che le nefaste scelte della politica con la p “molto” minuscola sconquassino ancor di più i valori di una società, tanto faticosamente conquistati nel corso degli anni scorsi… molto passati.
Si farebbe solo e soltanto il gioco di chi politicamente ama crogiolarsi nel suo misero egoismo e vorrebbe che il cittadino tornasse all’homo homini lupus, rinunciasse ancor di più a interessarsi della vita pubblica e andasse a impinguare la percentuale dell’astensionismo, che è allontanamento dalla comunità politica e civile con il conseguente sempre più rinchiudersi a riccio nel proprio orticello.
Ecco perché penso che bisogna dare nuovissima linfa alla fiamma della partecipazione, occupare gli spazi che la politica ha mollato perché incapace di sintonizzarsi sulle reali esigenze dei cittadini e mettere in campo una forza capace di ricostruire associazioni e luoghi di passione dove possa lievitare la voglia di “partecipare” e dove possa essere assolutamente messa al bando la ricerca di soddisfazioni individuali che nulla hanno a che fare con la gioia e il sentimento del bene comune.
So che tutto questo non è e non sarà facile per la desertificazione di un territorio che, sino a qualche tempo fa, molti invidiavano per la forte caratura turistica che alcune manifestazioni erano riusciti a dare e che ora il grido di dolore di tanti cittadini fa sempre più tornare alla memoria di chi le ha vissute o di chi ne ha soltanto sentito parlare o le immagina, grazie ad alcuni video in rete o fotografie riesumate.
E allora che riprenda piede, senza tergiversazioni e colori, una sorta di cittadinanza attiva di Mariotto, che faccia sentire ogni giorno, e non solo nei giorni di campagna elettorale, la pratica delle attività di interesse collettivo, al fine di rimettere in sesto “una comunità, che pian piano sta morendo, se non lo è già”, come scrive un giovane mariottano.
Le attività di interesse collettivo sono tante, tantissime… e svariano dalle più piccole alle più grandi.
C’è da rifare un tessuto connettivo ormai lacerato, c’è da vincere l’indifferenza, la sfiducia, il tanto non cambia niente, c’è da rifare una comunità incoraggiando soprattutto le giovani leve che “forte avvertono il desiderio del bene comune”.
Nasca quindi una cittadinanza attiva che faccia da ascensore sociale e che si prenda cura di tutti quei nei, di tutte quelle manchevolezze, esercitando appieno, e oltre la sua sovranità di popolo, le buone pratiche, in modo che l’intera comunità possa contagiarsi e imporla come buona Politica.
Il volto della Mariotto che fu non può continuare a essere deturpato da incuria e menefreghismo, non può continuare a vivere solo nei ricordi e nei racconti, non può continuare a essere sfregiato da scorribande per accaparrarsi, sia pure lecitamente, qualche manciata di voti.
Si reagisca con l’orgoglio che ha sempre contraddistinto la popolazione mariottana, si dia il via, e subito, alla nascita di una cittadinanza attiva nelle più disparate e opportune forme, ma con soluzioni “portatrici di valori” e non di interessi.
Facciamo in modo che Mariotto diventi un laboratorio di “solidarietà sociale, civile, civica e politica”, che metta al bando l’individualismo, la cultura della delega, la cittadinanza esercitata unicamente al momento del voto, solo e soltanto generatrice di “casta”, a cui poco interessa il bene comune, e faccia vincere la democrazia della partecipazione in una bella e buona convergenza programmatica.
Facciamoci uno, due, tre, quattro, cinque, tantissimi sino all’infinito per ridare motivazione, entusiasmo e vita a una comunità a cui è stato rubato il tono muscolare.
So che non è e non sarà un lavoro facile, conoscendo molto bene il companatico dell’invidia e della gelosia di alcuni, ma, battendo il chiodo in tanti, i risultati verranno, la qualità della vita migliorerà, perché, come diceva don Lorenzo Milani, “se abbiamo un problema in comune e cerchiamo di uscirne da soli, vince l’“egoismo”, se cerchiamo di uscirne insieme vince “la politica”.
Ovviamente la Politica alta, la Politica dei cittadini attivi che pensano alle future generazioni, non dei politicanti che, come diceva De Gasperi, pensano solo alle prossime elezioni.
E naturalmente la Politica delle idee, la Politica della forza delle idee e non della manipolazione.
La Politica delle idee che scavalca tutto e tutti, va in piazza, va per le strade, va casa per casa e vince!
Anzi stravince, perché l’idea, come ci ha insegnato Matteotti, non muore, è immortale!
Ecco quindi la necessità che Mariotto recuperi la partecipazione alla Politica in una visione umanistica, capace di aprirsi all’innovazione e all’ampliamento della platea dei cittadini attivi per riprendersi ciò che è stato delegato, controllare chi agisce in rappresentanza e non lasciarsi imprigionare dalle bugie della distanza e della semplificazione e dalle verità della favola.
Un fatto, però, deve essere certo: per essere cittadini attivi bisogna informarsi, formarsi, approfondire, e poi partecipare, altrimenti si rischia di cadere nel confusionismo sociale o negli sfogatoi o lamentatoi che potranno alleggerire un po’ il mal di pancia, ma non risolvere i problemi.
E allora, cari amici, “incontriamoci e verifichiamo insieme se condividiamo ragioni, motivi e soluzioni per un comune e rinnovato impegno per Mariotto”…
Io ci sono…”.