In occasione dell’ 8 Marzo, l’ Assessorato alle
Pari Opportunità ha promosso un incontro culturale e commemorativo nel Teatro Traetta. La vicesindaco Rosa Calò è riuscita a raggiungere il
suo obiettivo collaborando con diverse associazioni bitontine: FIDAPA, Progetto Continenti, D.E.A., La mano di Igea, Io sono mia, Agorà, Mondodomani, INTEGRA, Associazione Anti Racket, AEDE, Symposium, Anche io posso volare, N.A.D.I.A, Una teca per tutti.
“Essere donna”. Al giorno d’oggi è ancora oggetto di
discussione in quanto si pecca in diritti mancati, in atti di violenza e a volte nella manifestazione della propria
essenza.
Essere donna significa essere capace di cadere e
dolorare fino all’inverosimile, per poi rialzarsi più forti e coraggiose di
una leonessa.
La donna non è l’essere debole per eccellenza o, meglio, la sua debolezza
non è un male, perché nasconde quell’alta sensibilità che le permette di
imparare sempre qualcosa di nuovo e di ottenere quel che vuole.
Essere donna
è aver degli istinti sopraffini.
Essere donna vuol dire farsi bella prima per
se stessa, poi per gli occhi del proprio uomo.
Essere donna significa sacrificare
anche se stessa pur di prendersi cura di qualcuno.
E’ mantenere la propria
dignità e personalità in amore.
E’ essere indipendenti.
E’ saper quando e come
aspettare.
Si è donna con o senza uomo.
La Giornata della Donna, perché così va chiamata, è un monito a chi, molto
spesso, dimentica con quanto sacrificio e quanta dedizione continua a distinguersi nelle pagine della Storia.
La donna, sì, va onorata e, soprattutto, rispettata ogni ora del
giorno. Ma è proprio così?
O ad ogni ricorrenza, come l’8 marzo, l’uomo trova
il modo per fare il finto moralista?
Intanto, continuano a riaffiorare notizie
di omicidi, di violenza e di abbandono.
Nella nostra Bitonto questa data è stata l’occasione per incontrarsi in
Teatro per l’ascolto di componimenti poetici, di musiche, per la visione di un
film e per cogliere spunti riflessivi.
All’entrata a Teatro è stato possibile
gustarsi l’attesa con la visione del video “Alegria” di Cirque du
Soleil. «Oggi è un momento di festa
insolita. Non una festa a base di pizza, mimosa e magari con la conclusione in
discoteca. Oggi – apre la serata la vicesindaco Rosa Calò – è una serata di pensosa leggerezza. E’
importante ricordare che la donna ha ancora qualcosa da conquistare e agire
insieme nella consapevolezza di ottenere qualcosa in rete, con le nostre
capacità, con la nostra sensibilità e , certo, anche con gli uomini. Questo incontro è stato partorito grazie alla
collaborazione con diverse associazioni che ci hanno creduto. L’obiettivo va
oltre la serata: la ricostituzione della
Consulta delle donne per dare concretezza e risposta all’esigenza di
partecipazione e di vita democratica delle Donne».
Successivamente sul palco è intervenuto il
primo cittadino, Michele Abbaticchio,
per fare il suo augurio speciale alle donne ricordando quanto importante sia la
loro sensibilità e il loro essere.
Il Sindaco ha mostrato la sua compiacenza
per l’organizzazione di un evento ad hoc nella Giornata della Donna, che dovrebbe espandersi, anche per lui, oltre
le 24 ore.
Sul sottofondo di Ludovico
Einaudi son stati letti alcuni brani da Michele
Tullo, giovane attore della compagnia “Fatti
d’Arte”.
Il primo brano è stato
sulla violenza delle donne, il secondo una lettera alle donne di Giovanni Paolo
II del 1995.
E’ stato presentato poi il film “Donne senza uomini” , girato da Shirin Neshat.
La pellicola ha vinto il Leone d’argento per la migliore
regia alla Mostra del cinema di Venezia nel 2009 ed è dedicato alla memoria di
coloro che hanno perso la vita nella lotta per la libertà e la democrazia in
Iran dalla Rivoluzione costituzionale del 1906 al Movimento Verde del 2009.
Il
film è ambientato nel 1953 ed è la storia di quattro donne iraniane che
appartengono a classi sociali diverse e che sono vittime dello strapotere
dell’uomo.
Era il periodo del colpo di
stato appoggiato dagli americani e dagli inglesi che portò alla restaurazione
del potere dello Scià e alla deposizione del Primo Ministro democraticamente
eletto Mohammad Mossadeq.
Fakhir è una
donna di mezza età che è stata costretta a sposare un uomo che non amava. Zarin
è una giovane donna costretta a prostituirsi e afflitta dal dramma di non
riuscire più a vedere i volti degli uomini. Munis ha una forte coscienza
politica, ma è costretta da suo fratello a isolarsi e seguirei suoi
intransigenti e tradizionali dettami.
Faezeh è indifferente da quanto accade al
di la del giardino, dove le donne trovano pace, e sogna il suo matrimonio con
il fratello di Munis. Munis e Fakhri affronteranno con coraggio il proprio
destino, mentre le altre due si imporranno svolte fondamentali per il loro
futuro.
La storia è ambientata a Teheran
e si districa tra la dimensione reale ed onirica. Essa rispecchia situazioni,
purtroppo, anche attuali.
Nella parte finale della serata, gli spettatori hanno
ascoltato la lettura di “Per ogni donna
c’è un Uomo” e ammirato il flash mob contro la violenza sulle donne.
La
vicesindaco, Rosa Calò, e le
relative associazioni possono ritenersi soddisfatte di aver lanciato un
messaggio positivo a tutta la città.