Dopo il successo di vendite di “Il tuo metabolismo”, diventato oscar Mondadori, torna oggi in tutte le librerie, il professor Antonio Moschetta, con “L’intestino in testa”, la sua seconda fatica letteraria in cui, questa volta, parla più nello specifico del ruolo guida dell’intestino per la salute di tutto il corpo umano. Un libro in cui il celebre medico e professore universitario si sforza di analizzare quel che è vero e quel che è, invece, falso, delle tante credenze sull’alimentazione. Sempre più spesso, sugli scaffali dei supermercati, come nei menu di ristoranti e pizzerie, compaiono prodotti e piatti dei quali si specifica che sono senza glutine. Termini come «celiachia», «sensibilità», «intolleranza» sono ormai entrati nelle conversazioni quotidiane, insieme a consigli fai-da-te sull’alimentazione più adatta a eliminare certi disturbi fastidiosi.
Eppure, secondo studi recenti, diversi milioni di persone nel mondo consumano prodotti privi di glutine, senza che sia realmente necessario. È vero che la celiachia è in costante aumento a causa di uno stile alimentare errato, dovuto anche alla diffusione di cibi di scarsa qualità, ma per formulare una diagnosi corretta è assolutamente fondamentale affidarsi a uno specialista ed evitare autodiagnosi, anche quando l’eliminazione del glutine sembrerebbe apportare un miglioramento dei sintomi.
L’intestino, infatti, è un «sistema» molto più complicato di quanto si sia portati a credere, come scrive Moschetta. In genere lo si considera un organo marginale, che serve da transito per il cibo introdotto con l’alimentazione e del quale ci si accorge solo quando qualcosa non va, perché è «pigro» o «irritabile» oppure contrae qualche virus che, al pari dell’influenza, costringe a mettersi a letto. Come invece spiega il professore, la sua struttura, le sue caratteristiche e le sue funzioni lo rendono paragonabile ad un vero e proprio «secondo cervello», ricco di neuroni che inviano e ricevono segnali in una fitta e complessa rete di comunicazione con quelli cerebrali. Ed è per questo che la sua attività ha effetti non solo sulle funzioni digestive, ma persino sulle emozioni e sul comportamento degli individui.
L’intestino, inoltre, nelle opportune condizioni fisico-chimiche, non smette mai di rigenerarsi: favorire questa sua capacità con una corretta alimentazione e un adeguato stile di vita è la prima strategia da adottare per prevenire innumerevoli patologie, anche gravi.
A questo scopo, dunque, il volume fornisce non solo un’approfondita analisi dei motivi per cui il nostro intestino si può ammalare, arricchita dai risultati delle più recenti ricerche cliniche, ma anche preziose indicazioni sul modo in cui, giorno dopo giorno, ciascuno di noi può cambiare le proprie abitudini e contribuire a mantenere efficiente un organo così importante per il proprio benessere generale.
Il testo sarà presentato giovedì 11 aprile alla libreria Feltrinelli di Bari, mentre il 17 aprile, alle 18.30, l’autore ne parlerà a Bitonto, nel Teatro Traetta, insieme al giornalista e direttore del “da Bitonto” Mario Sicolo.
Antonio Moschetta, ricordiamo, è ordinario di Medicina interna e presidente del corso di laurea in Medicina dell’Università “Aldo Moro” di Bari. Dottore di ricerca in epatologia presso l’Università di Utrecht, in Olanda, negli anni 1998-2011, è stato allievo del premio Nobel Al Gilman, presso l’Howard Hughes Medical Institute di Dallas, Texas, dal 2012 al 2015.
È titolare del progetto di ricerca Airc su metabolismo dei tumori e regolazione genica. Autore di numerose pubblicazioni, ha ricevuto riconoscimenti internazionali come il Richard Weitzman Award a Chicago, il Rising Star in epatologia a Vienna, il David Williams Award a Vail (Colorado) e l’European Lipid Award a Göteborg.