Il nostro patrimonio storico-artistico come “ricchezza del nostro passato, presente e futuro”. È questa la definizione usata dal Movimento 5 Stelle nel programma per le prossime amministrative.
La sezione cultura è infatti uno dei punti cardine dei grillini e tante sono le idee messe nero su bianco. Ieri sera sono stati esaminati alcuni aspetti nel corso dell’evento “Educare il territorio”.
L’incontro è stato promosso e moderato dal candidato consigliere Michele Savino, convinto che sia necessario «sensibilizzare alla conoscenza del nostro patrimonio artistico. Si tratta dell’eredità lasciata dai nostri avi che noi dobbiamo conservare e tramandare».
Come farlo?
«Dobbiamo formare cittadini consapevoli, coinvolgendo anche le istituzioni – ha dichiarato Michele Savino -. La Galleria Devanna, la Biblioteca, il Museo archeologico devono diventare laboratori permanenti, sempre aperti e a disposizione di tutti. Gli alunni delle scuole del territorio devono far lezione in questi presidi culturali».
«È inaccettabile che non esista un assessorato alla cultura» ha tuonato il candidato prima di lasciar spazio all’intervento di Giuseppe Cannito. Ripercorrendo la storia urbanistica della nostra città, l’architetto ha approfondito i punti del programma che propongono di lanciare un consorzio pubblico-privato che renda attivo il centro storico non solo la sera, ma tutta la giornata. Indispensabile è inoltre la microprogettazione urbanistica del centro storico e un piano dettagliato dei colori, materiali e tipologie costruttive per evitare accozzaglie di tonalità e stili.
Secondo Michele Savino, sarebbe inoltre importante incentivare la nascita di centri interculturali ed ecomusei.
I “patti con i quali una comunità si prende cura di un territorio”, così come definiti da Matteo Maggi, insieme alla “cooperazione” e al “metodo del consenso”, sono una delle direttive per una “educazione aperta” proposte da Antonio Saccoccio.
Il romano, docente di lettere e attivista pentastellato, ha illustrato le particolarità dell’ecomuseo che «pensa al futuro. Non ritiene le opere del passato belle da archiviare e tutelare, ma fa rivivere le tradizioni». Per farlo indispensabile è la «partecipazione attiva e consapevole della comunità».
La rivoluzione dell’ecomuseo si concentra in tre grandi novità introdotte: l’integrazione della comunità, la pluridisciplinarità e l’orientamento verso l’attualità e il futuro, in una continuità radicata nel passato.
«Va ricercata la continuità perduta, non si deve far rivivere il passato» ha sottolineato Antonio Saccoccio, raccomandando l’uso del “metodo del consenso” che propone di trovare per approssimazione obiettivi comuni.
«Se oggi c’è tanta gente ad ascoltare, vuol dire che stiamo procedendo nella giusta direzione, che stiamo riavvicinando i cittadini al territorio – ha commentato l’onorevole Francesco Cariello -. Stiamo crescendo grazie ad un processo lento. Il nostro obiettivo a lungo termine è la convivenza armoniosa tra gli individui, attraverso lo sviluppo del talento e delle abilità personali».
All’evento è intervenuto anche il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Dino Ciminiello, che ha salutato la platea in chiusura di serata.