Questa, ci permetterete di dirlo, è una storia che si arricchisce di un finale bellissimo.
È quella di Michele D’Acciò, storico pioniere dello sport cittadino e bandiera, negli anni ’30 e ’40, della più vecchia squadra di calcio di Bitonto, l’Unione sportiva.
Ebbene, qualche anno fa – forse addirittura un paio – la sua famiglia, in modo particolare Francesca Maria, presenta al Comune la richiesta di apporre sul muro del Campo comunale di via Megra una targa-lapide che potesse ricordarlo. E a proprie spese.
Da allora, è seguito un lungo e – per certi versi imbarazzante – silenzio, nonostante questo giornale telematico si sia posto qualche domanda l’estate scorsa (http://bit.ly/2viqKk9).
Qualcosa si è mosso, finalmente.
La giunta targata Michele Abbaticchio ha dato il via libera qualche giorno fa affinché la proposta diventi realtà, per ricordare – scrivono da Palazzo Gentile – “l’artefice della rinascita del calcio a Bitonto dopo la Seconda guerra mondiale”.
Ma anche un “cittadino e uomo di sport illustre, che ha scritto pagine importanti della storia del Bitonto calcio, di cui è stato uno dei calciatori più rappresentativi, onorandone a lungo la maglia. Ha costituito un fulgido esempio di grande lealtà e correttezza sportive, doti che spesso nel calcio di oggi sono merce rara; è stato testimone ed interprete autentico di alcuni valori dello sport, quali competenza, passione e sacrificio, valori primari anche della convivenza civile e sociale”.
Il ricordo, però, non si limiterà alla targa/lapide, perché la famiglia di D’Acciò intende realizzare, sempre a proprie spese, tre pannelli didattici con alcune foto ritraenti Michele – soprannominato “U Taur” – in vari momenti della sua lunga e onorata carriera calcistica, da collocare su una parete del corridoio degli spogliatoi dell’impianto di via Megra.
Ma chi era, davvero, Michele D’Acciò? Gli storici supporters e cronisti neroverdi lo ricordano Questo giornale telematico lo ha ricordato sempre un anno fa, e non solo.
Nato nel 1914, ben presto capisce, e fa capire, che con il pallone da calcio ci sa davvero fare. Ma non solo, perché, frattanto, vince a mani basse gare infuocate di corsa campestre e si lascia affascinare dalla pallacanestro.
Fonda la Serenissima sfiorando persino la serie C. Diventa, quindi, allenatore ed esporta il suo amore decoubertiniano anche negli Stati Uniti.
Muore nel 2004, ma in realtà nessuno lo ha mai dimenticato.
E adesso, con questa targa, lo farà ancora meno.
E che reciterà così: “A MICHELE D’ACCIO’. 1914 – 2004. TERZINO NEROVERDE DAL 1930 AL 1947. PROMOTORE DELL’U.S. SERENISSIMA. PIONIERE, ANIMA E ICONA DELL’U.S.BITONTO. I FIGLI E I NIPOTI. L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE POSE. BITONTO __________ 2018”.