Anno (di scarsa grazia) Duemiladiciannove, giorno del Signore 22 del mese settimo dell’antico calendario romano (con l’aggiunta di due, poi, per vezzo imperiale). Udite, udite: nella Tribuna Stampa nuova di zecca del “Città degli Ulivi” è comparso un bagno. Un gabinetto, sì, avete letto bene. Ed è una notiziona. Davvero. Perché solo a Bitonto può far scalpore quel che altrove sarebbe il minimo sindacale della civiltà. Per decenni (ergo, non appendano il muso gli attuali amministratori, l’elenco è lungo se si va a ritroso) si è pensato che i giornalisti dovessero venire a seguire le vicende neroverdi muniti di catetere. Mah. Ed è anche vero che troppo spesso l’intera struttura – al principio un fiore all’occhiello per la città- per facile sineddoche potesse essere rappresentata da quel piccolo vano sanitario mancante. Ma ieri, dinanzi al candido trono – messo su in men che non di dica dall’Impresa Papapicco -, grande è stata l’emozione dei presenti, da ricordare forse quella provata dai transalpini quando nel 1883 (136 anni fa, ndr) si stupirono dinanzi alla tazza del water così come la conosciamo oggi. “Faccio un plauso alla società del Bitonto che finalmente ha reso confortevole e accogliente la tribuna stampa tutta, toilette inclusa. Ed io che conosco questo stadio da più di mezzo secolo, spero che si faccia la curva tanto desiderata dai tifosi e propongo di abbattere pure i vecchi spogliatoi della parte su via Abbaticchio, che versano in condizioni igienico sanitarie penose e costituiscono un vero pericolo”, ha auspicato il giornalista Nicola Lavacca, fiduciario Coni, complimentandosi col presidente neroverde Rossiello. Che ha promesso un intervento del genere in in futuro che si spera prossimo, post eventuale promozione. “Anche se l’impianto non è nostro né lo abbiamo in concessione”, ha specificato il munifico patron. Chissà quanti altri lustri dovranno passare per vedere realizzato tutto questo…