L’apprendistato di alta formazione e ricerca. Con le
sue luci e le sue ombre. E’ stato l’argomento di un convegno di qualche giorno
fa a Palazzo Gentile, ed organizzato dall’ASSO.cal, l‘associazione dei
consulenti aziendali e del lavoro, con il patrocinio del comune di Bitonto e
dell’Università di Bari, e con la presenza dei principali protagonisti del
settore. Per Isabella Murgolo, presidente dell’ASSO.cal cittadino, «è
necessario che i giovani entrino nel mondo del lavoro già durante il percorso
di studi».
D’accordo anche il sindaco Michele Abbaticchio, che ha ricordato
la convenzione triennale “Fixo” che Bitonto ha stretto con l’ateneo barese, ma
anche evidenziato come «l’apprendistato è la prima occasione di lavoro per i
giovani».
L’operato dell’Università, i suoi contatti con il mondo del
lavoro, le iniziative orientate in tal senso sono state illustrate da Pasqua
Rutigliani, dirigente del Dipartimento di ricerca e di didattica dell’ateneo
barese. Secondo la Rutigliani, se l’impresa vuole davvero crescere ed essere
competitiva è fondamentale che investa sull’innovazione.
«Ben venga allora
il tirocinio – spiega il dirigente universitario – purchè inizi dal
basso, sia costante, e che sia progettato assieme all’impresa. Utilissimi sono
anche dei veri e propri laboratori di ricerca e di produzione, ma è
fondamentale insegnare ai giovani a diventare imprenditori». L’università
– ha annunciato Rutigliani – in tema di
occupazione e di opportunità per i giovani, in associazione con l’ASSO.cal
aprirà uno sportello rivolto a tutti.
Una grande opportunità per i giovani è rappresentata
dal progetto Fixo. Ne è convinto Riccardo Giordani, coordinatore del progetto
in Puglia e Basilicata. Il Programma, varato da Italia Lavoro, la SpA del
ministero dell’Economia e delle Finanze, supporta le Università ad erogare
servizi di placement per diplomati, laureati e dottori di ricerca, con
l’intenzione di ridurne i tempi di ingresso nel mercato del lavoro e di
aumentarne le possibilità di trovare un’occupazione in linea con gli studi
effettuati. I numeri sono davvero importanti: 75 università in Italia che lo
utilizzano (5 già in Puglia), 375 scuole interessate, 5000 giovani studenti che
ne usufruiscono. Di questi, già 4 ragazzi hanno avuto contratto di
apprendistato.
Già l’apprendistato. Ma
che cosa è? La norma di riferimento è il decreto legislativo n°167 del 2011.
Testo sull’apprendistato. Riguarda i ragazzi dai 17 ai 29 anni, ed è
regolamentato dalle Regioni, dalle parti sociali e dalle associazioni
territoriali. L’apprendistato e’ un contratto di lavoro a tempo indeterminato
finalizzato alla formazione e alla occupazione dei giovani. Il contratto di
apprendistato e’ definito secondo alcune tipologie precise quali qualifica e
per il diploma professionale; apprendistato professionalizzante o contratto di
mestiere; apprendistato di alta formazione e ricerca. Per i giovani, dà il
vantaggio di entrare subito nel mondo del lavoro. Alle imprese consente di
avere incentivi fiscali, e flessibilità nella gestione. Renzo La Costa, ispettore
del lavoro, smonta il mito dell’apprendistato. «Doveva essere la panacea di
tutti i mali, invece i risultati sono catastrofici». Causa principale è
l’eccessiva burocrazia (davvero opprimente sul tema dal 2003 ad oggi), che
tutto ha fatto tranne che permettere all’apprendistato di entrare nell’ottica
di dover far imparare un mestiere al giovane.