Discariche a cielo aperto, rifiuti abbandonati
per le strade, spesso bruciati, liquami illegalmente versati per risparmiare
sui costi di smaltimento. Dal punto di vista ambientale, l’agro di Bitonto è
sofferente, a causa di cattive abitudini purtroppo diffuse.
Basta fare un giro nelle periferie o nelle
strade di campagna per notare montagne di rifiuti che deturpano e inquinano il
paesaggio.
Le campagne sono percepite come terre di nessuno
dove scaricare i propri rifiuti, infischiandosene dei disagi e dei danni
provocati all’ambiente.
Del fenomeno si è occupata anche la terza
Commissione Consiliare che, in un’apposita relazione datata 26 giugno 2014, ha
annotato quali sono i luoghi dell’abbandono e i materiali abbandonati.
Cominciamo dai luoghi, tra i quali sono
annoverate via Torre D’Agera, via Quorchio, via Pozzo Cupo, via Sarago, via
Traiana, nel tratto tra il cimitero e l’immissione nella S.P.231, via vecchia
per Molfetta. La relazione indica diverse altre strade e contrade
interessate dal fenomeno, ma elencarle tutte sarebbe impossibile in questa
sede.
È possibile trovare ogni tipo di rifiuto. La relazione
attesta la presenza di rifiuti di vario tipo: rifiuti urbani, rifiuti
ingombranti (materassi, mobili, televisori fuori uso, sanitari ecc.), rifiuti speciali
non pericolosi (inerti provenienti da lavori edili, plastica di varia origine e
tipologia, ecc.) e rifiuti speciali pericolosi (componenti di autoveicoli e
materiali provenienti dalla manutenzione di essi, guaina bituminosa e tanto
altro). Senza contare la presenza di rifiuti contenenti amianto, che come
sappiamo è pericolosissimo per la salute umana. Una piaga che produce un grave
danno ambientale che si ripercuote su tutti noi.
Gli sforzi per contrastare queste inciviltà ci sono,
da parte di istituzioni, Asv e associazioni di volontariato, come campagne di
sensibilizzazione o manifestazioni volte a ripulire le strade rurali dai
rifiuti. Tra maggio e giugno, per esempio, si tenne “Pneumatici
Stop”, per ripulire le campagne dei copertoni. L’Asv, invece, fornisce
gratuitamente servizi importanti quali il ritiro dei rifiuti ingombranti. Ma
tutto questo a nulla vale se, da parte dei
cittadini non vi è collaborazione. Già in città spesso sono in molti a mostrare
scarsissimo senso civico. Figurarsi nelle periferie e nelle strade rurali,
lontano da occhi indiscreti.
«Chi abbandona rifiuti mette le mani nelle
nostre tasche, scaricando i propri oneri sulla collettività» accusa Franco Mundo,
consigliere comunale e membro dell’associazione Colibrì, nonchè presidente
della suddetta commissione e firmatario della suddetta relazione, secondo cui
una riflessione va fatta sul funzionamento del centro di raccolta che funziona
in orario lavorativo, nei giorni feriali. La relazione della terza commissione
sottolinea che «la gestione del
servizio pubblico di raccolta degli ingombranti così come è gestito
risulta assolutamente inefficace pur risultando costoso
per le casse comunali. Manca un monitoraggio del servizio. […] La
localizzazione e gli orari di conferimento diretto al deposito dell’A.S.V. spa,
sono proibitivi».
«Si dovrebbe dare al cittadino la possibilità
di conferire autonomamente, oltre che sensibilizzare e sanzionare – aggiunge
Mundo ai nostri taccuini –. Ma ciò presuppone la riorganizzazione degli
orari e una ricollocazione dei centri di raccolta in diversi punti strategici
come la 167, dove le strade sono spesso intransitabili per i rifiuti».
Ma, prima di tutto, occorre maggiore sensibilità
da parte dei cittadini. Fare una foto e dire “Che schifo!” è
facile. Siamo tutti bravi, soprattutto con gli odierni mezzi di comunicazione.
Ma dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per contribuire realmente a migliorare
il nostro ambiente.
Talvolta, però, le colpe non sono solo dei
singoli cittadini. Responsabilità ben più gravi sono spesso delle attività
economiche che non rispettano le norme per lo smaltimento dei rifiuti o che
operano al di fuori della legalità. Del resto, come è ribadito nella relazione, «per
le tipologie di rifiuti sin qui descritti e le attività produttive ed
economiche coinvolte, non si è affatto di fronte a smaltimenti soltanto
episodici, ma a questi si aggiungono certamente comportamenti seriali e diffusi».