Il
punto di partenza è un ordinario giorno di scuola. Istituto agrario
di Andria.
Un
sacerdote fa visita a una quinta classe che di lì a qualche mese
avrebbe sostenuto gli esami di Stato. Il prete li saluta dicendosi
convinto che uno di quei ragazzi avrebbe seguito la sua stessa
strada. Uno di loro, in mente e a bassa voce, immaginava chi potesse
essere questo “cretino”.
Chi è
questo ragazzo? Michele Lacetera. Già, proprio lui. Lo stesso
Michele Lacetera che domenica, nella incantevole chiesa di Santa
Maria delle Vergini piena come un uovo, ha festeggiato il 50esimo
anniversario della sua ordinazione presbiteriale.
Tanti,
tantissimi anni, passati tra la gente, servendo Gesù Cristo, la
Madonna, i Santi, la Chiesa, i poveri e gli ammalati.
Don
Michele è stato
ordinato sacerdote il 14 agosto 1966 dal vescovo Aurelio Marena della
diocesi di Ruvo-Bitonto nella cattedrale di Bitonto.
“Tutti
i giorni – sottolinea
don Michele nel suo messaggio di ringraziamento – da
50 anni prego il Signore per avermi dato la vita, la fede e il
sacerdozio. Con
l’Eucarestia, il sacerdote apprende la grande lezione dell’umiltà,
ed è impossibile celebrare la Comunione con Cristo se prima non la
facciamo con noi stessi e con i nostri fratelli e amici più cari.
Il
terremoto del mese scorso ci ha fatto capire ancora di più come
siamo tutti terremotati”.
Ad
ascoltarlo l’arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, che ha
celebrato la liturgia. Domenico
Ciavarella vicario
generale. Alberto
D’Urso vicario
episcopale territoriale, i sacerdoti, i diaconi, le monache di
clausura equalche
autorità istituzionale.
Per
il suo grande impegno verso gli emarginati e i bisognosi, don Michele
ha progettato e realizzato con cura una Casa d’accoglienza per le
persone disagiate. Il 1° luglio 1984 Mariano Magrassi, arcivescovo
di Bari-Bitonto, inaugura la Comunità “Nazareth Onlus”, che oggi
consta di due plessi situati all’interno di un appezzamento di
terreno di circa 30mila mq, nella parte periferica della città.
Comunità
che ovviamente gli ha reso omaggio con un messaggio. “Sei
sempre stato– recitava lo scritto – un
sacerdote operoso oltre che generoso avendo sempre presente Gesù
Cristo come fondamento della tua opera. Tutta la comunità bitontina
ti è grata anche per gli oltre 30 anni passati come Cappellano
ospedaliero (carica
che mantiene dal 1975), e
per le tue parole di conforto e speranza a tutti coloro che su un
letto stavano sperimentando la sofferenza fisica”.