Due lustri di voci preziose e talenti lucenti, di sfide impavide e avventure fascinose, di crescita costante e soddisfazioni profonde.
Tutto questo è il decennale della Secop edizioni al Salone Internazionale del Libro di Torino, appuntamento prestigioso e imperdibile per tutti coloro che ancora amano questo impareggiabile strumento di cultura e ricerca interiore.
La piccola casa editrice, nel tempo, ha perduto l’aggettivo ed è divenuta soprattutto la dimora prediletta di scrittori e poeti, che vogliano scrivere a cuore aperto.
Peppino Piacente – bitontino doc, autoesiliatosi volutamente, serenamente e quasi felicemente in quel di Corato – è la fucina di idee che ha partorito pure questa. Splendida.
Ed è lui che ci racconta questo viaggio torinese lungo dieci anni: “Si può dire che tutto si muova nel segno del professore Giorgio Bàrberi Squarotti. Dieci anni fa, una recensione del noto critico letterario alla raccolta di poesie di Angela De Leo (autentico nume tutelare della Secop, ndr) “Il Gelso e le rose” ci permise di essere inseriti nel corner incubatori per le giovani case editrici. Oggi, con la Regione Puglia ospite d’onore, siamo nel capoluogo piemontese proprio con un libro di Bàrberi Squarotti, oltre a tante novità, 190 titoli, numerose proposte molto particolari e firme prestigiose, a significare una attività di ricerca incessante della qualità“.
Un’impresa culturale, specie se attuata nel Meridione, somiglia troppo alla mitica fatica di Sisifo: “Ci troviamo dinanzi ad una difficoltà– spiega Peppino -: cercare di far capire che non è facile scrivere. Devi avere stoffa. Negli ultimi tempi è passato un messaggio distorto: che tutti possono scrivere, ma non tutti secondo me possono fare letteratura. E questo credo che sia accaduto per colpa di una volontà politica, che ha mirato a creare uno stato ignorante che ovviamente è più facilmente manovrabile, tutti possono fare tutto” .
“Per fortuna, Ferrero, il direttore della splendida fiera torinese, ha una visione panoramica del mondo editoriale ed ha sempre sostenuto lo sviluppo delle giovani case. D’altronde, se qualcuno vuole la qualità deve cercare proprio nell’editoria indipendente, andando oltre quella commerciale di Feltrinelli e Mondazzoli“, sospira Piacente.
“In Puglia Il progetto Ape, che metteva insieme tutte le piccole case editrici, per ora è in stand by, nonostante fosse molto interessante. Bisogna far capire che bisogna fare fronte unico e ci vuole solidarietà fra di noi e non deve essere uno solo che primeggi e gli altri costretti ad andare a ruota”, si amareggia.
L’elenco dei titoli accattivanti presentati dalla Secop in terra sabauda è notevole: tra gli altri, “Perduti” di Cosimo Scarpello, “L’altra metà della notte” e “Ardite nostalgie” dei bitontini Gianni Brattoli e Alessandro Robles, l’antologia “Le Gazze disattente” curata dal “nostro” Francesco Paolo Del Re, “Aspettando giustizia” di Angelo Iannone, il bilingue “Còntime” ovvero le memorie di Amelia Resaz.
Insomma, la sfida di Peppino Piacente continua ancora…