L’Aeroporto internazionale di Palese (secondo
piano) sta ospitando una mostra, patrocinata
e sostenuta dalla Regione Puglia, che consente di scoprire che Leonardo Da
Vinci il genio che, tra Quattrocento e Cinquecento, ha
dedicato una parte significativa dei suoi studi anche all’analisi di armi e macchine
belliche, benché considerasse la guerra come una “pazzia bestialissima”.
La
contraddizione è più apparente che reale, se si tiene presente che lo
scienziato italiano ha trascorso la vita al servizio di alcuni dei maggiori
signori dell’epoca, per molti dei quali la guerra– effettivamente combattuta – costituiva
un elemento imprescindibile nella gestione del potere.
Di fronte allo scenario fantastico che
conduce l’artista ad elaborare progetti machiavellici, come attestano, tra i
tanti disegni, quelli sulla forma e sulla traiettoria dei proiettili per
aumentare la precisione del tiro, viene spontaneo chiedersi: “Chi
è invece l’ingegnere militare dell’ISIS?”.
La guerra di oggi sembra lontana perché non
si sente il rumore dei bombardamenti, ma è tanto vicina poiché chiunque corre
il rischio di non sopravviverci. Chi combatte è l’esercito dello Stato
islamico, ma i mujaheddin o jihadaisti sono combattenti che arrivano
da tutto il mondo. Questi ultimi, al vertice della piramide sociale di Raqqa,
capitale dello Stato islamico, braccano, perseguitano e massacrano senza pietà sia
per ragioni confinarie che per professione di fede musulmana. Stanno colpendo
con frequenti attentati terroristici anche l’Europa. Ed è, purtroppo, proprio
il vecchio continente la culla dei centri ricreativi di quartiere dove spesso
si reclutano i kamikaze di Allah.
Allora
perché non considerare le parole del leader della Lega Nord, circa il Cara di
Palese: “Stiamo mantenendo centinaia di
potenziali bombe umane alle quali paghiamo colazione, pranzo e cena, e che in
cambio preparano attentati”?