Ha fatto tappa a Bitonto il viaggio di Bruno Diaz, 36enne portoghese, originario di Lisbona, che, da oltre due anni, è in viaggio verso Gerusalemme, rigorosamente a piedi, in compagnia della sua asina Salam. Dopo aver lasciato il suo lavoro da magazziniere, è partito il 10 marzo 2017 da Finisterre, comune della regione spagnola della Galizia, che prende il nome dall’espressione latina “Finis terrae”, in italiano “confine della terra”, essendo uno dei punti più ad ovest della penisola spagnola e, quindi, della costa atlantica del continente europeo.
Prima di proseguire, a cinque giorni dalla sua partenza, ha fatto tappa nella vicina Santiago di Compostela, importante meta di pellegrinaggi verso il santuario dedicato all’apostolo e santo Giacomo, uno dei massimi luoghi di culto cattolici nel mondo, dove sono anche conservate le reliquie del santo patrono di Spagna.
Bruno è in viaggio per portare un messaggio di pace nella città culla delle tre religioni monoteiste: «Mi ha spinto la consapevolezza dei grandi problemi, dei mali che affliggono il nostro mondo. Voglio portare il mio messaggio nella città internazionale della pace».
Nel suo viaggio ha attraversato la Francia, entrando in Italia da Ventimiglia, per poi scendere lungo lo stivale italico. È arrivato a Bitonto sabato pomeriggio, insieme a Salam, facendo tappa in piazza cattedrale e trovando ospitalità attraverso l’intervento dell’assessore Rocco Mangini. Nella nostra città si è fermato fino a ieri, per poi riprendere il cammino verso Brindisi, da cui poi si imbarcherà per l’Albania e, di lì, proseguirà verso est, attraversando la penisola balcanica e la Turchia. Se le condizioni lo permetteranno, poi, dalla Turchia attraverserà la Siria, altrimenti, se dovesse essere troppo rischioso, proseguirà verso Israele via mare.
«La città migliore che ho visitato finora è Bitonto, perché al momento sono qui» ci dice, con ironia, Bruno che, a proposito della sua fedele compagna di viaggio, racconta: «È una lunga storia. L’ho recuperata a Pamplona e, da allora, è sempre con me».
Lungo la sua strada ha anche incontrato tanta gente che l’ha ospitato e l’ha aiutato: «Posso dire di essere la prova vivente della bontà che esiste nel mondo. L’affetto e l’energia positiva che finora ho ricevuto continuano ad ispirare il mio cammino».
Finora ha percorso circa 4mila chilometri. Si ferma dove trova ospitalità per sé e per Salam. Ma non ha tempi da rispettare e non ha nessuna fretta di arrivare alla meta, come ci confessa: «Mi sono preso tutto il tempo del mondo. Arriverò a Gerusalemme nel momento giusto».
E, alla domanda su come affronterà il viaggio di ritorno, a piedi o con altri mezzi, risponde: «Non so rispondere adesso. Troverà la risposta una volta arrivato a Gerusalemme».