Il suo ufficio da sempre è stato quello più caratteristico e riconoscibile del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Bitonto. La passione per la sua squadra del cuore, l’Inter, è sempre stata la stessa che ha animato anche il lavoro del sovrintendente capo e coordinatore Luigi Arcidiacono che, da qualche giorno, dopo trentadue anni a Bitonto, ha iniziato a “godersi” la meritata pensione.
Una carriera cominciata nella nostra città il 1 agosto 1986 al fianco del dott. Michele Prencipe: «Venivo da Brescia e l’adattamento alla realtà bitontina non fu subito facile. All’epoca il Commissariato era situato dove ora c’è l’Ufficio Anagrafe e al tempo eravamo appena 15 uomini e la criminalità era molto feroce, tanto che solo nel ’90 cominciarono ad essere create le sezioni di Polizia Giudiziaria, le Volanti, le attività interne coordinate direttamente da Bitonto».
Quali sono gli episodi della carriera che più le rimarranno impressi? «Sicuramente la bomba che fu messa sotto il commissariato nel ’91 poco prima di Natale, a seguire nel novembre ’99 quando scomparve la piccola Maria Mirabela Rafailà ritrovata poi dopo quattro mesi in condizioni disumane, e poi tanti brutti omicidi non per ultimo quello della povera ed incolpevole Anna Rosa Tarantino».
Ma ce ne sono anche altri più lieti… «Non dimenticherò mai, ad inizio carriera, di un’auto che viaggiava sulle strade di Brescia, dinanzi alla mia, che finì fuori strada. Ci fu un giovane ragazzo a perdere la vita, ma riuscimmo a salvare due ragazze a bordo prima che la vettura finisse nel fiume. Ricorderò sempre l’operazione “Gentilezza” portata avanti dal Commissario Capo Aurelio Montaruli che portò ad un importante sequestro e 14 arresti: la gente comune ci aspettava sotto la Questura per applaudirci, erano felici, fu un riconoscimento importante. Una sera, poi, mentre stavo per rincasare sotto la mia auto c’era un portafoglio. L’aveva perso una signora rimasta vedova da pochissimo e c’erano tutti i suoi risparmi: ricordo ancora il suo volto riconoscente quando glielo resi».
«Tra i ricordi più importanti ci metto anche una giornata trascorsa con il Magistrato Paolo Borsellino ad una settimana esatta dall’attentato in cui perse la vita. Ero lì, a quei tavoli, con l’allora dirigente dott. Luigi Liguori. Ricordo che quella notte dormì pochissimo, si alzò presto, lesse i giornali con la sua immancabile sigaretta. La sua scomparsa ha segnato una ferita molto importante per tutti».
Le mancherà il lavoro? «Assolutamente sì. Infatti non riesco proprio totalmente a separarmene, per me l’Ufficio è sempre stato una seconda famiglia».
Il sovrintendente capo Arcidiacono nei suoi 32 anni di carriera a Bitonto ha collaborato con i dirigenti Prencipe, Grimaldi, Liguori, Montaruli, Di Vittorio, Uva, Nappi, Casavola, Rutigliano, Triggiani, Oliva, Stefanizzi, Mennea e Gargiulo.
È proprio l’attuale vicequestore aggiunto che lascia al collega Luigi un pensiero di auguri: «Luigi è una persona di grande equilibrio, capace di mediare tra le esigenze del personale e quelle dell’ufficio – ha commentato il dott. Fabrizio Gargiulo -. Sarà insostituibile la sua presenza, vicinanza e disponibilità. Tutto l’ufficio gli porge i più cari auguri».