Riprendiamo la matrice storico culturale della città.
Bitonto, città amata quasi come una seconda madre, in cui
cerchiamo – un po’ a stento, un po’ sognando – di trapiantare generazioni future.
È
proprio qui che nasce una nuova realtà.
Rinasce, per meglio dire, uno storico
giornale.
Abbiamo dinanzi, come diceva bene Valentino Losito, vicecaporedattore della Gazzetta del Mezzogiorno, “un
rinascimento del giornalismo” in cui bisogna riconoscere la mission, la sfida.
Non bastano più un pc, un comunicato stampa, una
telecamera per fare una notizia.
Le notizie non sono tutte uguali, si pesano e
si pensano.
Sei comandamenti, che sono altrettanti consigli per il buon
giornalista, arrivano da Losito: “Andare, Vedere, Raccontare”, seguiti da
“Approfondimento, Credibilità, Qualità”.
“I giornali di carta devono riscoprire la loro nuova
identità, quella dell’approfondimento e dell’analisi”.
In un mondo altamente informatizzato ma non sempre informato, siamo chiamati ogni giorno per la velocità di propagazione delle
notizie ad essere selezionati dai cittadini.
Cittadini che viaggiano sulla rete, fanno circolare il
nostro quotidiano lavoro, pretendono il massimo. Com’è giusto che sia.
Un passaggio forte e chiaro è stato quello dello scienziato della comunicazione Marshall McLuhan: “Internet è un mezzo, non è il messaggio”.
Ciononostante, molti
confondono.
Molti hanno creato di sé stessi il personaggio, l’involucro.
Quello
che importa oggi è l’otre e non il vino.
La città ha vita propria, vive la pietra, la strada
come misteriose dimore di Dio, secondo quanto sosteneva il sindaco di Firenze Giorgio La Pira.
“Urge raccontare sì del potere politico, ma anche e
soprattutto, del mondo della paura, dell’indifferenza, dei silenzi. – quasi ammonisce Valentino – Bisogna uscire, uscire e raccontare,
come vecchi cantori la città, amandola e narrandone il silenzio”.
“Dapprima impariamo, poi insegniamo, poi ci ritiriamo e
impariamo a tacere. E nella quarta fase, l’uomo impara a mendicare”, questo è stato
l’ultimo messaggio della serata tratto da un noto proverbio indiano.
L’intervento di Valentino mi ha fatto tornare indietro
negli anni, quando lo ascoltavo dietro i banchi del liceo, durante i
meravigliosi P.O.N. di giornalismo. Oggi, come allora credo che di imparare
non smettiamo mai.
Ma pure che la gente come te, caro Valentino, non deve mai tacere….
Tanti cari auguri di buon compleanno appena passato e
grazie, grazie infinite…