Mi chiamo Silvia Calamita ho 25 anni e faccio parte di quella
categoria di giovani laureati che hanno deciso di andare via dal proprio paese.
In questo momento, infatti, sono a Lisbona, dove faccio la stagista presso la
reception di un ostello, e farò questo fino a fine Settembre, grazie ad unprogetto Leonardo Da Vinci che mi ha
proiettata in una situazione radicalmente nuova e sconosciuta: un altro paese,
un’altra lingua, una nuova cultura, altri stili di vita e di lavoro.
Perché ho
deciso di fare questa esperienza?
Proprio perché subito dopo aver conseguito la
laurea specialistica in Lingue per il Turismo Sostenibile e subito dopo aver
sostenuto dei colloqui a dir poco fallimentari per degli alberghi della nostra
zona dove mi chiedevano almeno tre anni di esperienza, ho deciso di fare
domanda per partecipare ad un progetto Leonardo indetto dalla nostra città, con
la speranza di acquisire conoscenze pratiche del mondo del turismo.
Per chi non
lo sapesse, il progetto Leonardo, generalmente della durata di 13-20 settimane,
è finalizzato a favorire la mobilità, e quindi le possibilità di inserimento
nel mondo del lavoro, di giovani diplomati disoccupati, laureandi o
neolaureati, mediante stage all’estero finanziati con i fondi della Comunità
Europea. In particolare, il progetto a cui ho partecipato, chiamato PLM Tu.Ris.M-ASA, si svolge a Lisbona,
nel settore turistico.
Il primo impatto con la realtà portoghese non è stato
facile. Ho subito infatti pensato di chiedere l’annullamento della mia laurea
in portoghese, proprio perché non riuscivo a comunicare con i portoghesi, ma
dopo un po’ di giorni e con l’aiuto di un port-english da me inventato, sono
riuscita a farmi capire, e adesso dopo quasi un mese e mezzo credo di riuscire a sostenere un intero
discorso in portoghese.
Per quanto riguarda lo stage invece, ho prima sostenuto
un colloquio individuale con il proprietario dell’ostello, il quale mi ha
accennato tutte le mansioni che avrei dovuto svolgere.
Nella prima settimana di
lavoro ho infatti solo guardato come si svolgevano le attività dell’ostello,
che non sono differenti da quelle di un hotel: accoglienza clienti, check-in, check
out. Poi è iniziata la pratica lavorativa.
Dalla seconda settimana di lavoro mi
è stata affidata la totale gestione della reception e non nascondo che avere in
mano la responsabilità di un ostello quando si è alle primissime armi non è
facile, ma forse con il senno di poi posso dire che questo mi è stato utile per
far accrescere la fiducia in me stessa e superare i miei dubbi e le mie paure.
Sicuramente,
a quasi un mese dalla fine di questo tirocinio, posso dire che la vita da
stagista ha i suoi pro e i suoi contro, in quanto non sempre si fa quello per
cui si è studiato, e certe volte hai la sensazione che l’interesse di chi è
sopra di te sia solo quello di sfruttarti, perché tanto lavori gratis, e sei lì
per imparare e quindi devi fare tutto quello che c’è da fare, anche coprire le
mansioni più umili.
Tuttavia, a parte questo, tra i pro c’è sicuramente quello
di aver assaporato per tre mesi la realtà lavorativa, di aver migliorato la
conoscenza della lingua portoghese e soprattutto quello di essere entrata in
contatto con realtà e culture diverse.
Proprio per tutti questi motivi penso si debba partecipare al programma
Leonardo non solo per migliorarsi a livello lavorativo, ma anche a livello
personale perché ti aiuta ad aprirti verso gli altri e a cercare di entrare in
contatto con altre persone.
Come
conclusione vorrei dare un consiglio a tutti i ragazzi e le ragazze che come me sono stati
ingiustamente accusati di essere “bamboccioni” e di vivere sempre alle spalle
dei propri genitori: andate via per un po’ da questo paese che con il suo sole,
il suo bel mare e la sua ottima cucina ci ricatta per trattenerci qui in questo
limbo dove non siamo né carne e né pesce, con le teste piene di teorie e regole
ma con zero pratica, per poi ritornare e cercare di rendere l’Italia un paese
per giovani, e non per vecchi.
Boa Sorte