“Sono contenta che i maturandi vengano vaccinati. Tuttavia, mi chiedo perché noi studenti universitari continuiamo a non essere mai presi in considerazione? Siamo evidentemente l’ultima ruota del carro della società”.
È quello che, amareggiata, ci ha raccontato una giovane lettrice a fronte delle difficoltà a cui la pandemia ha sottoposto un po’ tutti.
“Forse non ci si rende conto dei disagi che viviamo da più di un anno ormai”, aggiunge. “L’università non è una passeggiata e il livello di stress a cui siamo costretti da inizio pandemia sta diventando ingestibile”.
Lezioni, esami, studio hanno occupato ed occupano la maggior parte del tempo degli studenti e per di più “I professori non sono comprensivi”.
Apparentemente nulla di diverso rispetto al momento in cui le attività universitarie erano in presenza, ma non è così. La didattica a distanza, seppur sia nata per facilitare e rendere più flessibili i tempi di studio, ha comportato numerose difficoltà.
“Si parla tanto di salute mentale, soprattutto dopo l’isolamento causa Covid-19, ma non sembra che importi davvero a qualcuno se l’Università a distanza ci imprigiona nelle nostre stanze per intere giornate, completamente soli davanti a un monitor”. Ma, purtroppo, a questo si aggiungono anche le ripercussioni economiche della pandemia e non solo: “Continuano a farci pagare le tasse universitarie come se non fosse cambiato nulla -conclude la lettrice-, senza alcuna minima riduzione ma solo rimandi di scadenze, possibilità da sempre esistita e non legata a questa situazione”.
Quello di cui ha bisogno la nostra lettrice è solo di un po’ di speranza, quella di poter ricevere presto il vaccino. Fortunatamente dal 3 giugno si aprono a tutti, senza limiti di età, le prenotazioni dei vaccini, ma si auspica che i tempi di attesa non siano lunghi e che non ci siano disagi.
L’augurio è, soprattutto, che si possa tornare presto alla normalità, che si continui ad avere la forza di perseguire i propri obiettivi e che non si aggiungano altri ostacoli come questi.