La Regione Puglia in vista della “riapertura delle scuole e delle università” ha messo a punto un “Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di Covid 19”, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero dell’Istruzione. Le 13 pagine, piene di indicazioni e chiarimenti, sono state scritte e firmate dai responsabili della task force regionale composta da dirigenti, dal capo del dipartimento Salute, Vito Montanaro e dal presidente della Regione Michele Emiliano. Il documento è stato indirizzato, oltre che “alle università, ai politecnici universitari, agli istituti scolastici di ogni ordine e grado insistenti nella regione Puglia nonché a tutti gli operatori sanitari coinvolti nelle attività di prevenzione e di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica nell’ambito dell’emergenza da Covid -19”, anche al prefetto di Bari, Antonia Bellomo in qualità di coordinatore regionale. Il protocollo “rappresenta la linea di indirizzo per le azioni che le Aziende sanitarie locali devono porre in essere per garantire una efficace gestione della ripartenza delle attività didattiche, formative ed educative da parte di tutte le organizzazioni deputate all’erogazione di tali attività e servizi”. La premessa del documento è che “la riapertura della scuola e delle università pone dal punto di vista epidemiologico un possibile aumento del rischio della circolazione del virus e richiede un rafforzamento delle azioni per favorire la comprensione e la consapevolezza dei rischi per la salute pubblica, non solo sui bambini e sui ragazzi, sul personale scolastico e universitario e sui loro contatti sociali immediati, ma anche su un possibile aumento della trasmissione a livello comunitario del virus”. Si comincia con la “prevenzione primaria” dell’infezione per “ridurre l’esposizione al virus. Si tratta dell’obbligo di indossare la mascherina, igienizzare le mani, areare continuamente gli ambienti e rispettare il distanziamento interpersonale”, fino all’identificazione “in ogni istituto scolastico di ogni ordine e grado, nonché in ciascun Ateneo”, di “almeno un referente Covid 19 che svolga il ruolo di interfaccia con il dipartimento di prevenzione Asl territorialmente competente“.
Il ruolo del “Referente Covid-19 scolastico/universitario”, stilato all’interno del Protocollo adottato dalla Regione sarà di coordinamento con il “Dipartimento di Prevenzione ASL territorialmente competente nonché con i MMG/PLS (Medico di Medicina Generale/Pediatra di Libera Scelta) e i medici USCA in modo da creare anche una rete con le altre figure analoghe nelle scuole e Atenei del territorio. Stessa cosa dovrà accadere nel Dipartimento con un ‘Referente Covid-19 Asl”.
In presenza di studenti o personale “con sintomi compatibili con COVID-19 o con aumento di temperatura superiore a 37,5°C” bisognerà “osservare l’isolamento fiduciario e le prescrizioni” previste, occorrerà “mettersi in contatto tempestivamente con il proprio MMG/PLS o, in caso di impossibilità, con i medici delle USCA i quali devono effettuare le attività di triage telefonico al fine di effettuare sempre una diagnosi differenziale, considerando la possibile coesistenza di sintomi riconducibili alla sindrome influenzale e parainfluenzale, nonché alla possibile esistenza di patologie diverse”. Come previsto dal protocollo devono essere “attivati sistemi elettronici” per la registrazione degli studenti che frequentano le aule di lezione, che dovranno “essere messi a disposizione” del Dipartimento di Prevenzione delle Asl competenti per lo svolgimento “delle attività di indagine epidemiologica e di sorveglianza, nonché per le attività di contact tracing”.
Nel documento si prevede anche che “i laboratori della rete regionale SARS-CoV-2 garantiscano l’esecuzione prioritaria dei test diagnostici degli operatori scolastici e universitari in analogia a quanto già previsto per gli operatori sanitari”.
Nel caso in cui studenti o personale dovranno effettuare il test e questo dovesse risultare positivo il Dipartimento “emette e registra nel sistema il provvedimento di competenza; avverte tempestivamente il MMG/PLS e l’istituto scolastico / Ateneo; avvia la ricerca dei contatti; indica le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata. Il ‘Referente COVID-19 scolastico/universitario’ fornisce tempestivamente al Dipartimento di Prevenzione l’elenco dei compagni di classe e degli insegnanti e degli eventuali altri operatori scolastici / universitari che sono stati a contatto con il soggetto ‘caso confermato’ nelle 48h precedenti l’insorgenza dei sintomi”.
“In caso di test diagnostico per SARS-CoV-2 con esito positivo, il PLS o MMG che ha preso in carico il paziente deve aver predisposto il corretto percorso diagnostico/terapeutico e deve predisporre, dopo la conferma di avvenuta guarigione, con l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore, l’uno dall’altro risultati negativi, un’attestazione di nulla osta all’ingresso o al rientro in comunità’”.
“In caso di patologie diverse da COVID-19, con tampone negativo, il soggetto rimarrà a casa fino a guarigione clinica seguendo le indicazioni del PLS/MMG che redigerà una attestazione che l’alunno/operatore scolastico può rientrare scuola poiché è stato seguito il percorso diagnosticoterapeutico e di prevenzione per COVID-19, come previsto dai documenti nazionali e regionali”.
“L’attenzione alle misure generali di prevenzione e protezione rappresenta, come ampiamente dimostrato, la migliore strategia per attenuare i rischi di contagio virale (stagionale e COVID-19) insieme all’adesione massiccia alla campagna di vaccinazione antinfluenzale 2020-2021 in via di attivazione da parte delle strutture del Servizio Sanitario Regionale”, viene ribadito in ultimo nel documento.