«In consiglio comunale, è emersa ancora una volta la crisi della A.S.V., che ne ha determinato la messa in liquidazione. E pensare che era il “fiore all’occhiello” per Bitonto. In questi ultimi anni di amministrazione Abbaticchio è cominciato il declino! Come mai? Le responsabilità sono da addebitare tutte alla politica schizofrenica del Sindaco».
Con queste parole, il consigliere di opposizione Franco Natilla (Bitonto Riformista) ha commentato la lunga discussione sui primi punti all’ordine del giorno dell’ultima seduta consiliare di Palazzo Gentile: «Lo abbiamo sentito censurare il CdA da lui stesso nominato. Insomma, se questa non è schizofrenia e incapacità amministrativa, cos’è? Il fatto grave è che ancora non è chiaro su chi ricadranno i debiti milionari della ASV. Il mio impegno affinché non siano gli ignari cittadini a farne le spese».
Un argomento, l’Asv, che non smette di dividere la politica bitontina. Approvati i primi tre punti all’ordine del giorno sul controllo degli equilibri finanziari nei primi due trimestri del 2020 e sulle variazioni al bilancio di previsione finanziario 2020/2022, la massima assise cittadina è, dunque, passata all’approvazione del bilancio consolidato e alla ricognizione sullo stato di attuazione della razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche detenute al 21/12/2018.
«Il bilancio consolidato, approvato per il quarto anno, è lo strumento contabile con cui raffigurare, nell’intero complesso il bilancio del Comune con tutte le sue diramazioni e le varie appendici, come le società partecipate o controllate» ha spiegato Nacci. E, dunque, la discussione non poteva non toccare l’argomento Asv, con Natilla che ha preso la parola per chiede spiegazioni sulle dichiarazioni rilasciate dalla Apulia Multiservizi, socio di minoranza della Azienda Servizi Vari, per la quota del 40% delle azioni, che, a fine 2018, comunicava al Comune di Bitonto (socio di maggioranza), di non essere nella condizione di conferire il potere a vendere le azioni, avendo esercitato il recesso nell’agosto precedente e, dunque, non poteva più esercitare i diritti amministrativi e patrimoniali connessi alla posizione di socio, né di conseguenza alienare la partecipazione: «Gli adempimenti in seguito alla comunicazione di recesso sono stati fatti o no? È stato un inadempimento del Comune di Bitonto a causare quest’impossibilità a vendere le azioni?».
A rispondergli è stato il segretario generale Salvatore Bonasia: «La nota è legata ad una domanda effettuata dal comune di Bitonto che, in quel periodo, il 2018, anche dopo il recesso del socio, stava portando avanti misure di razionalizzazione. Poiché la società Asv spa era una società mista costituita in modo irregolare, cioè con un socio privato esclusivamente finanziario e non operativo, affinché potesse continuare ad esistere e a sussistere, era necessario che il Comune di Bitonto mettesse in gara il servizio gestito dall’Asv, per individuare un nuovo socio privato che, contemporaneamente, doveva, per un determinato periodo di tempo, gestire il servizio. Il Comune di Bitonto, quindi, chiese alla società Apulia Multiservizi, per consentire al Comune di Bitonto la messa in gara non soltanto della quota di capitale privato, ma anche del servizio, se fosse disponibile, come aveva già fatto nel 2011, a rilanciare una procura a vendere al Comune di Bitonto del pacchetto azionario. L’Apulia Multiservizi, che il 16 agosto 2018 aveva esercitato il diritto di recesso, rispose evidenziando che, poiché aveva esercitato il recesso, non poteva più esercitare i diritti di socio. La società mista Asv spa, a seguito del recesso del socio privato, era diventata di fatto una società a socio unico e, pertanto, diventava creditore della Asv spa. E qui occorre evidenziare una forte criticità. A seguito del recesso, l’organo amministrativo protempore dell’Asv spa non ha provveduto, per tempo, entro 30 giorni, a depositare per l’iscrizione nel registro delle imprese la dichiarazione di recesso. Questo ha determinato una responsabilità, in caso di insolvenza della società, per le obbligazioni sociali sorte in quel periodo in cui tutte le azioni sono appartenute ad un unico soggetto. Era un onere del consiglio di amministrazione, poi eseguito dall’organo di liquidazione che si è poi insediato. Tanto è vero che, questa situazione ha portato il socio privato, che non ha ricevuto la determinazione del valore delle sue azioni, obbligo del CdA della società, ad agire dinanzi al tribunale nel 2019. La perizia che ne è seguita, sulla base di valori contestabilissimi e contestati, ha stabilito un valore della quota pari a 2 milioni 114mila euro. Dati completamente sbagliati».
Quindi, secondo Bonasia, si tratterebbe di «dati errati che avevano come unico effetto quello di aumentare notevolmente il patrimonio netto rispetto a quella che era la sua vera consistenza. Fortunatamente il Comune di Bitonto ha bocciato quel bilancio».
Osservazioni a cui ha risposto ancora Natilla: «L’inadempimento del CdA ha esposto il comune a doversi assoggettare debiti. Fa bene il segretario a sottolineare la gravità dell’inadempimento. Ma come mai il Comune, attraverso il suo rappresentante, come socio maggioritario, non sia intervenuto per tempo. Come mai non è stato sollevato immediatamente il CdA, di fronte a dichiarazioni non veritiere e responsabilità gravissime. È stata promossa un’azione di responsabilità?»
«Mi sembra di tornare al 2018, quando il sottoscritto sottolineava che la perdita fosse di 2 milioni. Oggi, dopo aver pagato una società di revisori, veniamo a sapere che la perdita è di 2 milioni. E non è controvertibile. È evidente che stiamo di fronte ad un’omissione che ha messo il Comune di Bitonto nella condizione di rispondere per i debiti sociali dell’Asv, perché non è detto che dietro il socio privato non si possano accodare altri» ha aggiunto Michele Daucelli (Iniziativa Democratica), comunicando la volontà di astenersi e sottolineando la responsabilità del CdA e del mancato controllo.
Alle critiche di Natilla non si è fatta attendere la risposta del sindaco Michele Abbaticchio, che ha ricordato i tempi lunghi previsti per azioni risarcitorie: «Per avviare un’azione risarcitoria nei confronti dei componenti del CdA, occorre avviare una procedura in cui si attestino, come abbiamo fatto, delle componenti di dubbio, siano fatte delle richieste di istruttoria, come abbiamo fatto, e siano fatte delle verifiche da parte degli organi competenti. Poi l’amministrazione ha un tempo di cinque anni per fare azioni risarcitorie. La legge consente cinque anni, perché su queste questioni molto delicate occorre avere tutti gli elementi probatori. L’Asv ha registrato perdite quando ha acquisito altri appalti, non perché non era previsto negli appalti stessi un utile. Le perdite riguardano la gestione, su cui ha competenza il CdA, che era all’epoca in funzione. Noi non ci siamo sottratti al compito di dare pareri, consigli e informazioni, ma, come il consiglio comunale sa, ricevetti una nota che mi accusava di ingerenze. A seguito di tutto ciò, poi, c’è stata la nomina di un commissario liquidatore che stiamo seguendo nella sua attività. Il socio privato, che non è stato messo dall’amministrazione Abbaticchio, ha interesse affinchè la quota della società sia alta. Il Comune di Bitonto registra altre dichiarazioni e siamo in un precontenzioso in cui c’è una contestazione, da parte del Comune di Bitonto, della quota».